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UberPop, il giudice conferma il blocco La società disattiva il servizio

Il tribunale di Milano ha respinto lʼistanza di sospensione e, alle 12.01, la multinazionale ha oscurato la relativa sezione della app. Per poi lanciare una campagna social

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Il tribunale di Milano ha respinto l'istanza di sospensione del blocco della app UberPop.

La richiesta era stata presentata dalla multinazionale americana dopo il provvedimento del 26 maggio, che aveva inibito il servizio per concorrenza sleale. Alle 12.01 la società ha quindi disattivato la sezione UberPop all'interno dell'app di Uber. Ma non è una resa: lanciata sul web una campagna contro lo stop.

Il presidente della sezione specializzata imprese del Tribunale di Milano, Marina Tavassi, ha in sostanza confermato l'ordinanza con cui il giudice della stessa sezione, Claudio Marangoni, lo scorso 26 maggio, ha inibito in via cautelare ed urgente a tutte le società del gruppo l'utilizzo del servizio per "concorrenza sleale" nei confronti dei taxi. Nel suo provvedimento, il giudice Tavassi ha inoltre scritto che l'ordinanza di inibitoria è "immediatamente esecutiva". Da qui la decisione della multinazionale di disattivare il servizio.

Tariffe più basse e autisti senza licenza, "concorrenza sleale"

- Il giudice Marangoni aveva accolto il ricorso presentato dalle organizzazioni sindacali e di categoria dei tassisti e dei radiotaxi, che avevano chiesto l'oscuramento di Uber-pop e l'inibitoria del servizio, in quanto la multinazionale avrebbe fatto "concorrenza sleale" riuscendo a praticare tariffe più basse con autisti senza licenza.

Stop app o penale di 20mila euro al giorno

- Tesi accolta dal magistrato: senza sostenere i "costi" di cui si devono fare carico per legge i tassisti, infatti, a partire dalla licenza e passando per il "tassametro" e l'assicurazione per "usi professionali", la app UberPop avrebbe posto in essere, secondo il giudice, una "concorrenza sleale", riuscendo a praticare "tariffe" più basse e ad accaparrarsi più clienti.
Sospendendo il servizio, Uber ha evitato di dover sborsare una penale di 20mila euro al giorno.

Uber: dispiaciuti ma rispettiamo sentenza

- "Siamo dispiaciuti per la decisione del giudice, ovviamente la rispetteremo, ma continueremo a batterci legalmente affinchè le persone possano continuare ad avere un'alternativa affidabile sicura ed economica per spostarsi in tante città. E perché non venga negata a migliaia di driver una risorsa economica": lo ha detto Benedetta Arese Lucini, General Manager di Uber Italia.

Campagna social sul web: "Io sto con Uber" -

Uber, dal proprio sito web, invita tutti gli utenti "a far sentire la voce a chi ha il potere di cambiare le cose" lanciando l'hashtag #IoStoConUber.

"In questo momento, molto delicato - si legge ancora - si stanno decidendo le sorti della mobilità del nostro Paese, con scelte che definiranno la strada che l'Italia andrà a percorrere nei prossimi anni riguardo a temi cruciali per tutti noi come mobilità e trasporto locale. Noi continuiamo e continueremo a lottare per offrire una mobilità di qualità e affidabile a chi non trova soddisfazione nelle soluzioni tradizionali. Le decine di migliaia di voi che ci hanno scritto e le numerose associazioni di consumatori che si stanno unendo alla nostra battaglia ci confermano che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta".