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Processo a Bossetti, consulente difesa: Yara non uccisa nel campo di Chignolo

Nuova udienza a porte chiuse perché in aula sono state mostrate immagini forti del corpo senza vita della ragazzina di Brembate

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E' ripreso a porte chiuse il processo a Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso Yara Gambirasio: in aula sono state nuovamente mostrate immagini forti del corpo senza vita della ragazzina di Brembate. Inoltre il medico legale Dalila Ranalletta, consulente di parte della difesa di Bossetti, ha ribadito che non può essere stabilita con esattezza l'ora della morte e che Yara non è stata uccisa nel campo di Chignolo, ma in un altro posto e trasportata lì successivamente.

La consulente di parte della difesa di Bossetti ha poi sottolineato che nelle ferite di Yara sono stati scoperti diversi fili di diverso colore, come se la tredicenne possa essere stata avvolta da coperte e plaid. Il corpo della ginnasta sarebbe stato inoltre rinvenuto parzialmente mummificato, come se fosse stato per lungo tempo in un ambiente confinato e chiuso.

Per la consulente della difesa, dunque, Yara non sarebbe stata uccisa a Chignolo, ma trasportata lì successivamente. Al contrario l'anatomopatologa che eseguì l'autopsia sul corpo della 13enne, durante la sua deposizione al processo, aveva ribadito: "Vi sono numerosi elementi che derivano dalla biologia, dalla botanica e dell'entomologia che autorizzano a ritenere che la ragazzina sia stata aggredita e sia morta nel campo di Chignolo d'Isola in cui fu ritrovata".

La consulente della difesa è intervenuta anche sull'arma usata per seviziare Yara, arma che non è mai stata ritrovata. Secondo la Ranalletta, non è possibile individuare con precisione di quale tipo fosse: si tratterebbe, comunque, a suo avviso di un'arma importante e non di un coltellino Opimel come quello che Massimo Bossetti aveva e che è poi scomparso, come sostiene invece l'accusa.

La testimonianza del maresciallo - Tra i testimoni è stato sentito il maresciallo del nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo Giovanni Sciusco che che aveva filmato il momento dell'arresto del muratore. L'uomo ha confermato che, alla vista delle forze dell'ordine, Bossetti ha dato l'impressione di voler fuggire. Sciusco è stato anche il maresciallo che ha effettuato i rilievi a casa del muratore a Mapello e al centro sportivo di Brembate Sopra ed eseguì i prelievi salivari all'imputato e ai suoi familiari.