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Milano: tassista ucciso, l'aggressore condannato a 10 anni di reclusione

Guglielmo Righi uccise Alfredo Famoso dopo una lite legata a motivi di viabilità, scagliandogli addosso una confezione di bottiglie dʼacqua

alfredo famoso tassista milano
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Dieci anni di reclusione: è la condanna inflitta dalla Corte d'Assise di Milano a Davide Guglielmo Righi per l'omicidio preterintenzionale del tassista 68enne Alfredo Famoso dopo una lite legata a motivi di viabilità. L'uomo fu aggredito domenica 23 febbraio e dichiarato cerebralmente morto due giorni dopo dai medici dell'ospedale Niguarda.

La prima Corte d'Assise di Milano, presieduta da Guido Piffer, ha escluso le aggravanti dei futili motivi e della recidiva che erano state contestate dal pm di Milano Maria Teresa Latella, che aveva chiesto per lui una condanna a 13 anni di carcere.

Secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto Alberto Nobili e dello stesso pm Latella, quando il tassista Famoso non si era fermato prima delle strisce pedonali in via Morgagni, a Milano, per far passare Righi, consulente informatico 49enne, e la sua compagna incinta di nove mesi, l'uomo aveva subito scagliato una confezione con quattro bottiglie d'acqua contro la macchina. Poi, sempre secondo l'accusa, quando il tassista era sceso aveva lanciato la confezione contro il volto dell'uomo. L'autopsia ha accertato che a causare la morte (avvenuta il 25 febbraio, dopo due giorni di coma) è stato un gravissimo trauma cranico legato alla caduta a terra, dopo che l'uomo era stato colpito al volto.

L'accusa contro Famoso di omicidio preterintenzionale contestata dalla Procura ha retto, mentre la difesa, con il legale Isabella Giuffrida, chiedeva che venisse riconosciuto l'eccesso colposo in legittima difesa, dal momento che l'imputato ha raccontato che il tassista era "tracotante" e che lui aveva solo reagito a un'aggressione. Secondo le ricostruzioni della Procura invece, fatte sulla base dei racconti dei testimoni e delle indagini, tra i due non c'è stata alcuna colluttazione tra i due.

Il 27 febbraio, il gip di Milano Gianfranco Criscione aveva disposto la scarcerazione di Righi (che da allora è agli arresti domiciliari) riqualificando il reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale. I giudici hanno riconosciuto provvisionali di risarcimento alla moglie della vittima (100mila euro), ai due figli (80mila euro a testa), ai due fratelli (30mila euro a testa). Alla Asl di Milano è stato assegnato un risarcimento da 12mila euro.