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Milano, picchiati fuori dalla discoteca perché omosessuali

A Tgcom24 parla Michele, uno dei tre ragazzi malmenati da un gruppo di coetanei: "Non è stata una rapina, erano degli attaccabrighe e oltre alle botte sono volati anche gli insulti omofobi"

Ne avranno per 30 giorni Michele e Marcello, i due ventenni gay aggrediti e insultati a Milano all'uscita di una discoteca nella notte tra sabato e domenica.

Il primo, colpito al volto con un pugno, è già stato operato al naso quando Tgcom24 riesce a raggiungerlo telefonicamente; il secondo è sotto i ferri. Con loro quella notte c'era un terzo amico che al momento dell'aggressione era riuscito a chiudersi in auto. "Non è stata una rapina, - afferma Michele a Tgcom24 - quelli lì cercavano qualcuno da picchiare e hanno preso la scusa che il terzo di noi avesse sfiorato uno di loro per aggredirci". Ma è stato un attacco di stampo omofobo? "Sì, siamo stati insultati, ci hanno urlato fr...".

"Stavamo raggiungendo l'auto dopo una serata in discoteca - racconta Michele riavvolgendo il nastro dell'accaduto -. Eravamo quasi arrivati quando passiamo davanti a un gruppetto di coetanei; il terzo amico che era con noi sfiora la spalla di uno di loro e da lì inizia tutto". "Probabilmente non aspettavano altro per aggredirci - continua. - Iniziano a dirci che li avevamo provocati anche in pista, ma noi siamo sicuri di non averli mai visti prima. Io ricevo subito un pugno in pieno volto e cado a terra privo di sensi. Non vedo l'aggressione a bottigliate ai danni  di Marcello, mentre il terzo amico riesce a rifugiarsi in auto e da lì chiama polizia e ambulanza".

Non è stata, dunque, una rapina?
"Assolutamente no. Erano lì per picchiare qualcuno ed è capitato a noi. Quando si sono accorti che eravamo gay ci hanno anche insultato. A Marcello hanno strappato dalle mani il telefono e gli hanno rubato il portafoglio, ritrovato poi a 20 metri di distanza".

In quanti erano?
"Erano in 8, tutti italiani sui vent'anni".

Come mai non avete detto subito che si era trattata di un'aggressione omofoba?
"Quando il nostro primo racconto è stato raccolto eravamo in ospedale ancora sotto shock. Poi sono tornati i carabinieri per prendere denuncia scritta e abbiamo riferito tutto".

Sono stati già individuati i colpevoli?
"Non ancora; gli investigatori stanno controllando le telecamere della zona".

Ma è vero che in quella zona, dopo le serate gay, le aggressioni sono numerose?
"Non lo so, mai sentito dire".