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Milano e Como affrontano la questione migranti: pronti 2 campi

Nella città vicina al confine con la Svizzera gli immigrati non vogliono abbandonare il bivacco presso la stazione ferroviaria

Le città di Milano e Como provano a risolvere il problema dell'ospitalità ai migranti.

Palazzo Marino ha inaugurato una nuova soluzione per accoglierli: dalla sera di lunedì 19 settembre nella zona del Palasharp, in zona Lampugnano, la tensostruttura utilizzata ogni venerdì dalla comunità musulmana della città accoglierà circa 70-80 persone. A Como, invece, sono stati allestiti 50 camper capaci di ospitare fino a sei abitanti ciascuno. I destinatari della struttura sono le persone che ormai da due mesi bivaccano alla stazione ferroviaria nella speranza di poter entrare in Svizzera, ma molti di loro hanno ribadito di non volersi trasferire nel centro.

Migranti, qui Milano - "Per noi è una soluzione assolutamente transitoria, non vogliamo che duri più di alcuni giorni proprio per affrontare questo momento di grande difficoltà nel quale siamo - ha precisato l'assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino. Abbiamo già usato diverse volte il tendone del Palasharp, ma qui il punto vero è il coinvolgimento dell'area metropolitana: stiamo chiedendo al prefetto di Milano, Alessandro Marangoni, che i Comuni dell'area siano molto più responsabilizzati in modo tale che ciascuno faccia la sua parte, anche oltre i confini della città".

L'assessore Majorino ha poi rivolto un appello al governo: "Chiediamo che il governo adotti una nuova politica - ha spiegato - Quel che sta facendo a livello nazionale non è assolutamente sufficiente, penso anche che i giusti richiami di Renzi a Merkel o all'Europa non debbano diventare un alibi per non affrontare noi sul territorio nazionale" l'emergenza. Con il governo "il canale di comunicazione su questi temi è assolutamente aperto e Renzi da mesi conosce la nostra situazione - ha concluso - aspettiamo adesso le risposte".

Non sono tardate le critiche da parte della Regione. Il presidente Roberto Maroni ha precisato: "I profughi al Palasharp di Milano non sono profughi, ma immigrati clandestini. Sono scelte che fa il prefetto e la Regione non viene minimamente coinvolta. È una delle critiche che abbiamo fatto, perché ascoltare i territori è fondamentale e questo Governo non lo sta facendo", ha concluso Maroni.

Migranti, qui Como - Il centro di Como, gestito dalla Croce Rossa, è dotato di mensa e lavanderia. Con l'attivazione della cucina, è terminata l'attività della mensa che, grazie alla Caritas e a centinaia di volontari ha consentito di sfamare i migranti in questi ultimi due mesi. Oggi nella struttura ci sono una ventina di stranieri, soprattutto donne, tutti gli altri sono rimasti nel bivacco vicino alla stazione ferroviaria. La situazione era quindi la solita, con bivacchi e tende. Le autorità, prefettura e forze dell'ordine, hanno ribadito che tale situazione non sarà più tollerata. Per ora comunque non è previsto uno sgombero vero e proprio.

Anche qui non sono mancate le critiche da parte della Lega Nord. "La baraccopoli con le casette prefabbricate rischia di diventare una bomba sociale drammatica come lo sono il centro di accoglienza di Ventimiglia e il Cara di Foggia. Non sono bastati questi due esempi di gestioni totalmente fallimentari del fenomeno migratorio da parte del governo e autorità locali, per far capire che non è questa la soluzione e che anzi queste scelte scellerate saranno la tomba politica del Pd nazionale e locale. La Lega annuncia una dura battaglia contro questo ennesimo scempio perpetrato ai danni dei comaschi e della citta' stessa". Lo afferma il deputato comasco della Lega Nord, Nicola Molteni.