FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Garlasco, pg chiede la condanna di Stasi: "30 anni per l'omicidio di Chiara"

Al processo dʼappello bis il procuratore parla degli ostacoli alle indagini e la crudeltà messa nellʼuccisione della ragazza

chiara poggi,alberto stasi,garlasco
ansa

Il sostituto pg di Milano Laura Barbaini ha chiesto 30 anni di carcere per Alberto Stasi, accusato dell'omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi con l'aggravante della crudeltà. Stasi è imputato nel processo d'appello "bis" che si sta celebrando con rito abbreviato.

Garlasco, pg chiede la condanna di Stasi: "30 anni per lʼomicidio di Chiara"

La stessa richiesta di condanna nei confronti dell'ex studente bocconiano era stata chiesta anche nei processi di primo e secondo grado che si erano conclusi con una assoluzione. La Cassazione poi aveva annullato la sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Milano rinviando il procedimento davanti ad una nuova sezione, cioè quella davanti al quale è in corso il dibattimento. Il verdetto è previsto per il 17 dicembre.

Stasi ha ostacolato le indagini - Secondo il procuratore Alberto Stasi ha "sistematicamente" cercato di ostacolare le indagini con omissioni che sono andate al di là del diritto di difesa. Il Pg durante la requisitoria ha sottolineato come "in tanti anni di attività non si era mai verificato che due sentenze avessero escluso" un accertamento "così importante" come quello relativo alla camminata di Stasi, sui due gradini della scala della villetta dei Poggi sulla quale il giovane trovò il corpo senza vita di Chiara. I nuovi esami, disposti dalla Corte d'assise d'appello nell'ambito della rinnovazione parziale del dibattimento, hanno invece compreso anche quei due gradini e sono arrivati a stabilire l'impossibilità che Alberto non si fosse sporcato di sangue le suole delle scarpe.

"Le impronte provano che si è lavato le mani dopo il delitto" - Il procuratore di Milano ha poi sostenuto che Stasi, dopo aver ucciso Chiara, si lavò e mani nel bagno della villetta dei Poggi. Il pg nella sua ricostruzione, ha valorizzato una foto in cui sulla maglietta del pigiama di Chiara si distinguono in modo netto le impronte di quattro dita, pollice escluso, insanguinate.

Un dato questo che il rappresentante dell'accusa in aula ha "incrociato" con le impronte di scarpe lasciate sul tappetino del bagno davanti al lavandino dall'aggressore e con le impronte di Stasi mischiate al Dna di Chiara ritrovate sul dispenser del sapone. Si tratta di elementi che, messi in fila l'uno dietro all'altro, hanno portato il pg a sostenere per deduzione logica che Stasi dopo aver assassinato l'allora sua fidanzata e averla afferrata e buttata lungo le scale, andò in bagno per lavarsi le mani.

L'esistenza delle quattro impronte rimaste a livello della spalla sinistra era già emersa nell'immediatezza del delitto ma poi non si poté procedere alla loro analisi in quanto vennero in sostanza 'cancellate' dalle manovre effettuate da chi rimosse il cadavere della giovane donna dalle scale della casa di via Pascoli: il corpo venne rigirato e imbrattato di sangue, l'intera maglietta dalla quale, quindi, furono eliminati i nitidi segni delle dita di chi uccise Chiara Poggi.