E' omonimo di un narcos e sconta 17 mesi in carcere per traffico di droga: risarcito con 130mila euro
Nome e data di nascita coincidevano con il ricercato, ma la nazionalità e il numero del passaporto erano diversi. Per lʼerrore di persona il difensore aveva chiesto 300mila euro
Accusato di traffico internazionale di droga resta in carcere 17 mesi, con una condanna in primo grado di 6 anni e mezzo, prima che gli venga riconosciuto lo scambio di persona.
E' la disavventura capitata a Ivan Zobovic, nato in Serbia il 28 dicembre 1970: generalità e data di nascita coincidono con quelli di un narcos ricercato nel corso di un'indagine a Bari della guardia di finanza; ma il latitante è croato e con un numero di passaporto diverso dall'uomo finito in prigione. Solo la tenacia del suo difensore ha permesso che la vittima dell'errore fosse risarcita: riconosciuta per il danno la somma di 130mila euro, anche se ne erano stati chiesti 300mila.
A raccontare la vicenda Il Corriere della Sera. Per un errore nell'identificazione di un intercettato, infatti, era finito dietro le sbarre un serbo figlio di un procuratore di Sarajevo e sposato con la figlia di un ex primo ministro.
Arrestato in Slovenia ed estradato a Gorizia, per ingiusta detenzione tra dicembre 2012 e aprile 2013, la Corte d'appello di Milano gli ha riconosciuto un danno di 130mila euro. L'Ivan Bozovic ancora latitante, invece, è croato.