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Bus dirottato, il pm: l'autista non legato all'Isis, ma aveva pronto un video

Nelle immagini, fatte arrivare in Senegal, diceva di voler punire lʼEuropa per "le politiche inaccettabili contro i migranti".

Bus dirottato, il pm: l'autista non legato all'Isis, ma aveva pronto un video - foto 1
ansa

Non è legato all'Isis e a nessuna organizzazione terroristica di matrice islamica Ousseynou Sy, il 47enne che ha dirottato e dato fuoco a un bus carico di studenti alle porte di Milano.

Lo ha spiegato il responsabile dell'antiterrorismo milanese, Alberto Nobili. L'uomo, tuttavia, "aveva registrato un video fatto arrivare in Senegal" in cui diceva di voler "punire l'Europa per le politiche a suo dire inaccettabili contro i migranti".

Video e gesto eclatante - Quel video fatto arrivare in Senegal da Sy doveva essere in preparazione del suo "gesto eclatante" secondo quanto riferito da Nobili. Il capo del pool antiterrorismo ha affermato che dall'interrogatorio è emerso che la sua azione "voleva mandare il messaggio 'Africa sollevati'". Nobili ha chiarito che "voleva dire agli africani di non venire più in Europa e punire l'Europa per le politiche a suo dire inaccettabili contro i migranti". Sy ha quindi "ammesso la premeditazione, cioè di aver ponderato da giorni" il gesto dell'attacco all'autobus.

Lupo solitario - Secondo la Procura, l'autista "è un lupo solitario che non ha fatto nessuna riflessione sull'Isis". Quell'uomo, ha spiegato ancora Nobili, "non è inquadrabile per conoscenze investigative pregresse in nessun contesto radicalizzato o stragismo islamico".

Sempre secondo quanto riferito da Nobili, Sy ha poi precisato che "se non fossero intervenuti i carabinieri, nessuno si sarebbe fatto male". L'uomo lo ha sostenuto aggiungendo che "sarebbe andato a Linate dove, a suo dire, sarebbe fuggito in aereo". Però, il pm ha spiegato che aveva già cosparso il bus di benzina e aveva in tasca un accendino, a suo dire scarico.

Sposato con un'italiana - Il 47enne senegalese, nato in Francia, risiede da tempo a Crema, dove aveva sposato una donna italiana. I due poi avevano divorziato. Aveva cominciato una quindicina di anni fa a lavorare ad Autoguide. Prima come addetto alle pulizie poi, in considerazione del suo buon comportamento sul lavoro, era diventato conducente dei mezzi. Fu trovato in stato di ebbrezza alla guida di un'auto a Brescia nel 2007. Nel 2018 fu condannato a un anno e mezzo per violenza sessuale, con pena sospesa.