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Bergamo, Luciana e la Sla: “Alla fine voglio essere addormentata”

L'ex insegnante tetraplegica non vuole essere sottoposta a tracheotomia ma ha scelto di morire nel sonno quando i polmoni cederanno

Luciana Biffi, 59 anni, ex insegnante nella Provincia di Bergamo, sposata e con due figli, è malata di Sla.

Ora è ricoverata presso il reparto Sla della Rsa di Villa dei Cedri di Merate (Lecco) perché il suo stato è peggiorato: Luciana non si muove quasi più e può parlare solo con il comunicatore oculare. Ma non ha intenzione di sopravvivere ad ogni costo, ha scritto nella lettera al Corriere della Sera, e si è opposta alla tracheotomia, decidendo di lasciarsi andare nel sonno quando i polmoni non ce la faranno.

"Serenità per me e per i miei cari" - Luciana riesce ancora a comunicare attraverso la tecnologia che le ha permesso di finire il libro sulla sua malattia. “La Sla ti impone scelte enormi che tu devi fare, se non vuoi che altri le facciano al posto tuo. E dovrai scegliere tra la vita e la morte, o meglio: tra quale vita e quale morte", dice la donna. "Io l'ho scritto che quando avrò un sintomo che mi condurrà alla fine della vita voglio essere addormentata, voglio morire dormendo, voglio serenità per me e i miei cari".

La malattia - Sla è una sigla che sta per Sclerosi laterale amiotrofica, malattia degenerativa che colpisce le cellule cerebrali preposte al controllo dei muscoli, compromettendo progressivamente i movimenti della muscolatura volontaria. Il decorso della malattia è variabile ma la prognosi è negativa, dato il suo carattere invalidante. In Italia si presenta con un'incidenza di 2-3 casi su 100mila all'anno e colpisce per lo più soggetti di età superiore ai 40 anni.