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Architetto ucciso nel Comasco: arrestati ex moglie e commercialista

Per gli inquirenti dietro lʼomicidio ci sarebbero anche contrasti per lʼaffidamento delle figlie. A incastrare la moglie anche le telefonate a una "maga"

Svolta nell'inchiesta sull'omicidio di Alfio Vittorio Molteni, l'architetto 58enne ucciso a Carugo, nel Comasco, il 14 ottobre dell'anno scorso: la ex moglie, Daniela Rho, 46 anni, e un commercialista di Inverigo (Como), Alberto Brivio, 49 anni, con il quale la donna aveva una relazione e voleva sposarsi in chiesa, sono stati arrestati con l'accusa di essere i mandanti del delitto.

Secondo gli inquirenti dietro l'omicidio ci sarebbero i contrasti per l'affidamento delle figlie.

La "guerra" per l'affidamento delle figlie - Daniela Rho avrebbe voluto ottenere infatti l'affidamento in via esclusiva. La donna avrebbe anche usato atti intimidatori precedenti l'omicidio (per i quali nei mesi scorsi erano finiti in manette una decina di persone) per descrivere Molteni come persona con frequentazioni equivoche e pericolose così che all'uomo fosse impedito dal Tribunale di Como di vedere le figlie per tutelare la loro incolumità.

La donna voleva sposarsi in chiesa con l'amante - La donna, parlando con la madre il 17 gennaio scorso, diceva: "Sono vedova... sono a posto, se io vado a fare il corso di fidanzati, mi sposo in chiesa". L'intenzione era di sposarsi con il suo commercialista e amante. La conversazione è agli atti dell'inchiesta

I messaggi incriminati - Alle 14 e 45 del 14 ottobre del 2015, giorno dell'omicidio di Molteni, sua moglie Daniela invia un messaggio WhatsApp all'investigatore che aveva incaricato di tenerlo d'occhio: "Senti oggi Polo grigia sotto casa mia. Targa Polo? Dz986? Poi mi ricordi finali". Poco dopo un altro: "Mi mandi targa che giro a domestica??". L'uomo risponde "ok" e manda una fotografia dell'auto, con la targa ben riconoscibile.

In questo modo la consorte contribuisce inconsapevolmente alla morte dell'architetto, che sarà ucciso poche ore dopo. Perché quel messaggio non serviva alla domestica che temeva la presenza di qualche molestatore (la donna lo smentirà a verbale), ma all'amante della donna, il commercialista Alberto Brivio che l'avrebbe girato al gruppo di fuoco perché non avesse dubbi sulla vettura e sull'identità del suo proprietario. Doveva essere solo gambizzato Molteni, ma andò molto peggio.

Quando la moglie telefonava alla "maga" - Altri elementi sono venuti dalle intercettazioni delle conversazioni con un'amica della Rho, una sorta di "maga" alla quale la donna chiedeva consigli di vita. Dopo il delitto, Daniela Rho chiama la "sensitiva" ed esterna i suoi timori e questa risponde: "Adesso non è il caso di fare l'altezzosa, il vero ballo del twist tu non sai ancora che cosa vuol dire, che ancora non hai iniziato. Aspetta che ti mettano le mani addosso i carabinieri, per l'interrogazione? Perché ti chiameranno, purtroppo ti chiameranno?". Ed è di questa maga che parla il figlio di primo letto di Molteni: "Ricordo che mio padre parlava di questa maga attribuendole una delle cause della separazione. Aveva instillato nella mente di Rho Daniela il sospetto circa il fatto che avesse un amante".

Nell'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Como, alla Rho e a Brivio vengono contestati vari reati: omicidio aggravato, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di pistola, danneggiamento e stalking. L'architetto venne ucciso nel cortile della casa in cui viveva con l'anziano padre e una zia, dopo la separazione dalla moglie. Solo due i colpi esplosi: uno alle gambe e l'altro, letale, alla parte bassa della schiena.

Forse l'omicidio doveva essere "solo" un avvertimento - Tra le ipotesi prese in considerazione a caldo dagli investigatori anche quella che i killer, nascosti dietro i cespugli del giardinetto condominiale, intendessero solo dare un avvertimento al professionista e non ammazzarlo. Del resto, appena qualche mese prima, Molteni era stato vittima di alcuni pesanti atti intimidatori: era stato dato fuoco alla sua Range Rover parcheggiata in un box sotto lo studio di Mariano Comense ed erano stati esplosi otto colpi di pistola contro la stessa casa di Carugo teatro dell'omicidio. In entrambi i casi, Molteni aveva presentato denuncia ai carabinieri, negando di avere ricevuto minacce.

Già arrestati gli esecutori materiali del delitto - Le indagini dei carabinieri hanno portato nel corso dei mesi all'arresto di dieci persone, tra cui i due presunti esecutori materiali dell'omicidio e gli autori degli atti intimidatori compiuti prima del delitto.