Merita quindi conferma, secondo la Cassazione, la sentenza emessa nell'appello bis dal cui tessuto argomentativo "si evince che il diniego delle circostanze attenuanti generiche e il complessivo trattamento sanzionatorio" a carico di Dell'Utri "sono stati giustificati con la qualità e la natura del reato commesso, espressivo di particolare pericolosità sociale, con le modalità della condotta, protrattasi per un lasso di tempo assai lungo e idonea a ledere in maniera significativa" l'ordine pubblico.
"Rilevante il suo contributo a Cosa Nostra" -
Con "chiara e puntuale coerenza argomentativa", nel "rispetto della logica" e del "contenuto delle prove" ad avviso della Cassazione, la sentenza di appello bis di condanna a Dell'Utri dimostra la sua "coscienza e volontà" di fornire "quale concorrente esterno, un rilevante e decisivo contributo causale alla realizzazione, almeno parziale, del disegno criminoso" di Cosa Nostra palermitana "nella piena consapevolezza dei suoi metodi e dei suoi fini, assicurandole un costante canale di arricchimento".
"Da Berlusconi ferma volontà di pagare i boss"
- Con "giustificazione esaustiva e razionale", scrive ancora la Cassazione, la Corte di Appello di Palermo ha analizzato "la sistematicità nell'erogazione delle cospicue somme di denaro dall'imputato a Cinà, indicative della ferma volontà di Berlusconi di dare attuazione" all'accordo con gli esponenti mafiosi Bontade e Teresi stipulato nel 1974 e durato fino al 1992 per assicurare la protezione dei beni economici e dei familiari dell'ex presidente del Consiglio.
"Chiese soldi ai boss per un film di Canale5" -
"Il perdurante rapporto di Dell'Utri con l'associazione mafiosa anche nel periodo in cui lavorava per Rapisarda e la sua costante proiezione verso gli interessi dell'amico imprenditore Berlusconi", si legge, è stato "logicamente desunto dai giudici" dell'appello bis "anche dall'incontro, avvenuto nei primi mesi del 1980, a Parigi, tra l'imputato, Bontade, Teresi, incontro nel corso del quale Dell'Utri chiedeva ai due esponenti mafiosi 20 miliardi di lire per l'acquisto di film per Canale5".