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Listino prezzi per i sacramenti, Bagnasco al Papa: "Non sono pagati"

Dopo le accuse del Pontefice, il presidente della Cei replica: "Le offerte che i fedeli danno in forma libera sono un modo per contribuire alla necessità della Chiesaʼʼ

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Il Papa tuona contro i parroci che chiedono soldi per amministrare sacramenti, ma il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, non ci sta. E risponde a tono sottolineando che "i sacramenti non sono pagati in nessun modo. Le offerte che i fedeli intendono dare in forma libera sono un modo per contribuire alla necessità materiali della Chiesa".

A margine dell'inaugurazione di una casa di ospitalità gestita dall'Unitalsi per accogliere bambini in cura presso l'ospedale pediatrico Giannina Gaslini di Genova, Bagnasco osserva: "I nostri parroci, di fronte a situazioni di impossibilità di avere un'offerta, sicuramente non rifiutano di dare nessun sacramento".

Più conciliante, poi, il porporato aggiunge: "Si può camminare sempre meglio per fare capire a tutti quanti che non c'è un commercio e non ci può essere un commercio tra le cose sacre, nessun tipo di compenso materiale".

La precisazione della Cei - Successivamente, il portavoce della Cei, monsignor Domenico Pompili, ha corretto il tiro, spiegando che "le parole del cardinal Bagnasco intendono ribadire la persuasione espressa stamane dal Papa a Santa Marta circa il fatto che non si fa commercio delle cose sacre", e "qualsiasi lettura che contrappone le parole del presidente della Cei al Papa è fuorviante".

Monsignor Pompili ha quindi sottolineato come "i parroci sanno bene che eventuali offerte possono essere accolte per la carità, ma mai pretese visto che dei sacramenti non si fa merce di scambio".