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Terrorismo, intelligence: per Italia rischio sempre più concreto

Sulla presenza di terroristi tra i migranti, gli 007 spiegano che ci sono "ripetute segnalazioni, ma nessuna indicazione su una precisa strategia"

"E' sempre più concreto il rischio che alcuni soggetti radicalizzati in casa decidano di non partire verso Siria ed Iraq determinandosi a compiere la jihad direttamente in territorio italiano".

E' quanto segnala la relazione annuale dell'intelligence inviata in Parlamento. Gli 007 parlano di "pronunciata esposizione dell'Italia alle sfide rappresentate dal terrorismo jihadista".

Migranti tra terroristi? E' un'ipotesi - Ci sono "ripetute segnalazioni di minaccia sul possibile transito di estremisti in area Ue attraverso la rotta libica", ma "non sono emerse univoche indicazioni sull'esistenza di una strategia - riferibile a Daesh (Isis) o ad altre organizzazioni terroristiche - intesa all'invio sistematico di propri operativi in Europa attraverso il canale dell'immigrazione clandestina via mare. Si tratta - si legge nella relazione dell'intelligence al Parlamento - comunque di un'ipotesi alla costante attenzione informativa".

I servizi segnalano poi come "uno dei principali ambiti di contaminazione tra circuiti criminali e terroristici" resti "quello dell'approvvigionamento di documenti di identità e titoli di viaggio".

"Possibili altri cruenti attacchi in Europa" - Sono ipotizzabili in Europa "ulteriori, cruente campagne terroristiche in corrispondenza con gli arretramenti militari del Califfato", spiegano gli 007 ricordando i diversi attentati del 2016 (Bruxelles, Nizza, Berlino) e l'aumento di segnalazioni di "progettualità offensive da perpetrare in territorio europeo".

Un tracollo dell'Isis in Siria ed in Iraq, secondo i servizi, potrebbe determinare "non solo uno spostamento di combattenti in altri teatri di jihad, ma anche un rientro nei Paesi di provenienza di mujahidin di origine europea e delle rispettive famiglie, bambini inclusi, la cui disintossicazione e integrazione saranno prevedibilmente complesse". E tra le criticità la relazione segnala le difficoltà dei Paesi europei a censire i cittadini che hanno raggiunto i territori del Califfato, cosa che non ne rende poi agevole l'individuazione in caso di ritorno negli Stati di origine.

Pansa: "Sventate numerose pianificazioni di attentati" - I rischi causati dalla jihad in Europa sono testimoniati "sia dagli attentati effettivamente verificatisi nel corso del 2016 ma soprattutto da tutte le numerose pianificazioni sventate o fallite, oltre che dal crescente numero di segnalazioni". Così il direttore generale del Dis Alessandro Pansa durante la presentazione della relazione annuale del dipartimento a Palazzo Chigi.

Gentiloni: minacce ci sono, illusione ignorarle - "I cittadini italiani possono essere certi non della mancanza di minacce, perché ignorare le minacce alla nostra sicurezza sarebbe un'illusione, ma possono essere certi del fatto che la qualità del lavoro di chi queste minacce lavora per contrastarle e prevenirle è molto alta". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni.

"Così come non dobbiamo ignorare queste minacce - ha aggiunto - non dobbiamo agitarle per suscitare paure ingiustificate che sarebbe un pericolo altrettanto grave. Il lavoro equilibrato della nostra intelligence è la risposta ai tempi in cui viviamo: questo lavoro costituisce un'eccellenza per la Repubblica".