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Sisma, vescovo: "Ricostruzione non sia sviata da interessi"

Il Commissario alla ricostruzione Vasco Errani: "Ce la faremo tutti insieme, ognuno per la sua parte". La Boldrini in visita ad Arquata

Le istituzioni, che hanno garantito alle popolazioni terremotate che "questi luoghi torneranno a vivere come e meglio di prima", dovranno "tradurre questo impegno senza lasciarsi fuorviare da altri interessi".

A chiederlo è il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, durante la messa ad Amatrice a un mese dal sisma. Per il vescovo, però, anche "le nostre mani debbono ritrovare l'energia e la voglia di ricostruire insieme".

"Soltanto così - ha spiegato il prelato - il soffio vitale che c'è in ognuno di noi tornerà a far risplendere il sole su questa terra. Ne sono un presagio i nostri ragazzi e i nostri bambini, ancorché intontiti e paurosi. Così come li descrive Gianni Rodari: 'Tra le tende dopo il terremoto i bambini giocano a palla avvelenata, al mondo, ai quattro cantoni, a guardie e ladri, la vita rimbalza elastica, non vuole altro che vivere'".

"Ce la faremo?". Questa è la domanda che serpeggia nell'animo di tutti i sopravvissuti", ha quindi detto il vescovo. "In questo interminabile mese che ci lasciamo alle spalle mi sono chiesto spesso che cosa ci direbbero quelli che non sono più tra noi. Non ho trovato una risposta puntuale, se non immaginaria. Ho percepito però un grido che sale dalle tante, troppe, vittime di questo evento catastrofico: non siate superficiali! Non separate mai la giovinezza dalla vecchiaia, l'istante dall'eternità, l'energia dal senso: la vita dalla morte".

"E oggi - ha proseguito - ce lo ripetono sommessamente: non commettere l'errore di riprendere tutto come se nulla fosse accaduto! Qualcosa è cambiato e definitivamente. Ma non è l'ultima parola. La saggezza invita a camminare rasoterra senza smettere di guardare in alto: dobbiamo riprendere a camminare così. Lo dobbiamo a questi luoghi che già hanno conosciuto l'abbandono e non meritano il deserto".

Il vescovo di Ascoli: "Impegno di tutti per la legalità" - "Il nostro è un Dio misericordioso ma non buonista". Lo ha detto il vescovo di Ascoli, monsignor Giovanni D'Ercole, nella messa nel campo di Arquata del Tronto. "Se oggi noi diciamo 'mai più morti con il sisma', Dio ci assicura la sua protezione perché questo avvenga - ha aggiunto -. Domanda però nel contempo l'impegno di tutti a lottare contro l'ingiustizia, a vigilare sulla legalità e il rispetto della natura e della dignità umana". E ancora: "Il modo migliore per onorare la memoria delle vittime è lasciarci abbracciare dall'amore di Dio, testimoniato dalla solidarietà concreta degli uomini".

Da parte sua il Commissario per la ricostruzione, Vasco Errani, al termine della messa ha detto di "condividere le parole del vescovo. Omelia perfetta. Ricostruire vuol dire programma ed è quello che stiamo facendo. Dobbiamo uscire dall'emergenza e ricostruire il cento per cento. Così faremo. Ci sarà un passaggio temporaneo per costruire una situazione a tempo che consentirà anche la rinascita delle attività economiche, necessaria per la tenuta della comunità. Ce la faremo tutti insieme, ognuno per la sua parte".

Ad Arquata del Tronto, nell'Ascolano, era invece presente il presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha invitato i terremotati al concerto di Natale che si terrà a Montecitorio, e che "sarà dedicato alle vittime del sisma". La Boldrini è arrivata nella tendopoli di Borgo, dove è stata accolta dal sindaco Aleandro Petrucci, e si è fermata alla Pro loco, dove ha ricevuto in dono una maglietta realizzata per Arquata.