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Inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi, la Procura di Roma chiede lʼarchiviazione

Chiesta la chiusura del fascicolo anche per la sparizione di Mirella Gregori: delle due ragazze si sono perse le tracce nel 1983, e le diverse inchieste non hanno mai portato a nulla

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dal-web

La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sulle sparizioni di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, scomparse rispettivamente il 22 giugno e il 7 maggio 1983. Per i due casi erano indagate, per sequestro di persona e per omicidio, cinque persone, tutte in qualche modo legate a esponenti della Banda della Magliana. La richiesta è stata resa nota dal procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone.

Inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi, la Procura di Roma chiede lʼarchiviazione

La pista della Banda della Magliana - Nel registro degli indagati erano stati iscritti, in vari momenti dell'inchiesta, i nomi di Sergio Virtù, autista di Enrico "Renatino" De Pedis; Angelo "Ciletto" Cassani; Gianfranco "Giggetto" Cerboni; e Sabrina Minardi. Quest'ultima era la supertestimone che aveva attribuito alla Banda della Magliana il sequestro e l'omicidio di Emanuela Orlandi.

Il "supertestimone" indagato per calunnia - Contestualmente alla richiesta di archiviazione, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati il nome di un testimone, Marco Accetti, per i reati di calunnia e di autocalunnia. Accetti era finito nel registro degli indagati nel 2013 con l'accusa di sequestro di persona di cui si era autoaccusato. Nelle sue articolate ricostruzioni di quanto avvenuto nel 1983, l'uomo ha raccontato che i sequestri della Orlandi e della Gregori sarebbero stati messi in atto nell'ambito di "una trama ordita per condizionare la Curia".

Accetti, inoltre, ha consegnato agli inquirenti un flauto che secondo lui sarebbe appartenuto alla ragazza sparita il 22 giugno 1983. Gli esperti della scientifica ai quali fu affidato lo strumento musicale hanno accertato la presenza di oltre 40 reperti biologici, ma le loro dimensioni, ed il livello di logorio, non consentono una comparazione con il dna di Emanuela. Ulteriori esami disposti dalla Procura hanno escluso che lo strumento sia appartenuto alla figlia del messo del Vaticano.

Procura: "Archiviazione dopo indagini estremamente complesse" - La richiesta di archiviazione, ha spiegato il procuratore Giuseppe Vecchione, "conclude indagini estremamente complesse e approfondite condotte dalla squadra mobile di Roma e direttamente dai magistrati di questo ufficio nei confronti di diversi indagati". Indagini che si sono protratte "per moltissimi anni dopo una prima fase definita con sentenza di proscioglimento degli imputati emessa dal giudice istruttore di Roma il 19 dicembre 1997. All'esito delle indagini che hanno approfondito tutte le ipotesi investigative man mano prospettatesi, sulla base delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e di numerosi testimoni, delle risultanze di inchieste giornalistiche e anche di spunti offerti da scritti anonimi e fonti fiduciarie, non sono emersi elementi idonei a richiedere il rinvio a giudizio di alcuno degli indagati".

Nel corso dell'inchiesta, tra i nominativi finiti nel registro degli indagati della Procura di Roma, il più noto è quello di monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant'Apollinare, ritenuto dagli inquirenti un elemento centrale della sparizione della Orlandi.

Scontro in Procura sull'archiviazione, pm Capaldo chiede revoca - La richiesta di archiviazione, ha spiegato Giuseppe Pignatone, è "stata sottoscritta dai magistrati titolari del procedimento, i pm Ilaria Calò e Simona Maisto e vistata dal procuratore della repubblica". "Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo - ha aggiunto Pignatone - non condividendo alcuni aspetti della richiesta di archiviazione, ha richiesto la revoca dell'assegnazione del procedimento".

Legale famiglia Orlandi: fallimento giustizia - "La famiglia non ha mai dato credibilità a certi personaggi, però l'archiviazione sarebbe un fallimento della giustizia". Così l'avvocato Nicoletta Piergentili, legale per conto della famiglia di Emanuela Orlandi assieme al collega Massimo Krogh.