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Ilaria Cucchi: "Sotto accusa non ci sono i carabinieri ma solo alcune persone"

"Cʼè un problema però quando i militari che vengono a testimoniare hanno paura di dire la verità. So bene che tra chi porta la divisa la maggioranza sono persone oneste che lavorano per noi"

Ilaria Cucchi:
ansa

Ilaria Cucchi chiarisce che sotto accusa, nel processo sulla morte di suo fratello Stefano dopo le rivelazioni di Francesco Tedesco sul pestaggio, non c'è l'Arma dei carabinieri, ma solo alcuni carabinieri.

"Ci sono persone che sentono l'esigenza di difendere l'Arma - dichiara - ma qui nel mirino ci sono solo singole persone".

"Però - precisa subito dopo - abbiamo un problema serio quando i carabinieri che vengono a testimoniare hanno paura di dire la verità, anche perché vediamo il trattamento riservato a Riccardo Caasamassima, il carabiniere che con le sue dichiarazioni ha permesso la riapertura delle indagini e il nuovo processo. So perfettamente che la maggioranza di chi indossa la divisa sono persone perbene che compiono il loro dovere e lo fanno per noi".

Aggiunge però, in un'intervista a "Domenica In", che in Corte di Cassazione sono emerse verità che capovolgono completamente quanto dichiarato nelle aule giudiziari nove anni fa, poco dopo il tragico evento della morte di Stefano. "Allora - dice infatti Ilaria Cucchi - ci dicevano che il fotosegnalamento a Stefano non era stato fatto perché non voleva sporcarsi le mani (per le impronte digitali ndr). Allora il carabiniere Roberto Mandolini disse in aula che con Stefano era andato tutto bene, era tranquillo, anche simpatico per la sua parlata romana. Ora è emersa la verità: chi in aula giurò e disse il falso ora è imputato. Sono loro i responsabili di tutta questa perdita di tempo per la ricerca della verità".

Chiarita la sua posizione sui carabinieri, la sorella di Stefano torna poi a parlare dell'invito rivoltole da Matteo Salvini di andare in visita al Viminale e ribadisce: "Anche se molte dichiarazioni di questi giorni sono significative, io credo che la mia famiglia per prima cosa meriti delle scuse perché oggi sappiamo verità e noi in questi anni siamo stati lasciati soli: noi non abbiamo mai mollato, Stefano era ultimo ed è morto da ultimo ma i diritti non sono mai sacrificabili".