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Ebola, torna dall'Uganda: mamme dei compagni non la vogliono all'asilo

Roma, la piccola stava benissimo, ma è stata costretta a stare a casa dalla scuola materna per la paura scoppiata tra i genitori

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La psicosi per l'Ebola comincia a diffondersi. E' stato così per una bambina di tre anni che frequenta un scuola materna statale di Fiumicino, vicino a Roma: costretta a stare a casa 7 giorni non perché stava male, ma per la paura scoppiata tra i genitori. Contro la piccola, di ritorno dall'Uganda con la famiglia, si sono scagliate alcune mamme dei suoi compagni di asilo dopo che hanno saputo del viaggio in Africa e hanno parlato con le maestre.

"Se fate entrare lei non facciamo entrare i nostri figli", hanno detto. E così la mamma della bambina ha deciso che, per non esporre la figlia a critiche e a ghettizzazioni, era meglio farla rimanere a casa una settimana. Così è stato. La direttrice dell'istituto ha cercato di calmare subito gli animi: "L'Uganda - ho spiegato - non è tra i Paesi a rischio. Dunque nessun pericolo".

Il papà della bambina ha raccontato la storia al quotidiano on line In terris: "Abbiamo passato giorni di angoscia eppure non c'era alcun motivo reale per poter solo immaginare qualche rischio; l'unica spiegazione è che venivamo dall'Africa. Ma l'Uganda non è un paese contagiato e comunque ho fatto fare alle mie figlie tutte le analisi necessarie a stabilire la loro totale buona salute", afferma l'uomo. "Non solo, ma mia figlia non ha avuto alcun sintomo particolare, né una febbre né un raffreddore. Ciò che è accaduto è pura follia".