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Caso Regeni, negli elenchi degli egiziani mancano gli ultimi sms

Il sospetto è che la lista sia stata manipolata: agli inquirenti italiani, infatti, dallʼanalisi dei tabulati risulta che il ricercatore abbia inviato anche altri messaggi

L'elenco degli sms che Giulio Regeni, il ricercatore friulano ucciso in Egitto, ha spedito agli amici, secondo il quotidiano La Stampa sarebbe stato manomesso: nella lista mancherebbero infatti alcuni messaggi che invece risultano dai tabulati controllati dagli inquirenti italiani.

Il sospetto, quindi, è che il dato sia stato alterato per far sparire elementi che invece sarebbero stati utili alle indagini sull'omicidio.

Intanto i magistrati italiani e quelli egiziani si sono incontrati giovedì in "un clima di fattiva collaborazione", e le due delegazioni, così come richiesto nelle reciproche rogatorie, si sono scambiate la rispettiva documentazione. Il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il sostituto procuratore Sergio Colaiocco hanno consegnato agli omologhi egiziani guidati dal Procuratore generale della Repubblica Araba d'Egitto, Ahmed Nabil Sadek, il pc del ricercatore italiano, illustrando anche i documenti consegnati, in particolare quelli relativi ai contatti telefonici avuti da Giulio nel corso della sua permanenza in Italia a Natale.

Dal canto loro i magistrati egiziani hanno depositato una ampia documentazione frutto del lavoro di indagine svolto dopo la prima riunione, ad aprile. Il materiale, sia quello italiano sia quello egiziano, sarà ora tradotto e diventerà oggetto di lavoro nella sessione di venerdì mattina. Un incontro dal quale gli inquirenti italiani sperano possano emergere elementi utili, dopo il vertice fallimentare del 7 aprile.

Il vero nodo è rappresentato dal traffico delle celle telefoniche che i pm italiani si aspettano di ottenere dagli omologhi egiziani, così come sollecitato in diverse rogatorie. L'oggetto del contendere è rappresentato dal fatto che Pignatone e Colaiocco non si accontenteranno di una "sintesi" sui risultati del traffico telefonico ma puntano ad ottenere il dato "grezzo" e non elaborato in Egitto in modo da poterlo esaminare con le attrezzature italiane. Proprio in quest'ottica i pm italiani avevano giudicato del tutto insufficiente il materiale inviato nei mesi scorsi, sempre in tema di celle telefoniche, e che si riferiva a un paio di utenze inglesi presenti, nel giorno della scomparsa di Regeni il 25 gennaio, nella zona della sua abitazione, nella zona dell'uscita della metropolitana e nel quartiere "6 Ottobre".