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Caso Matei, il procuratore chiede ripristino della semilibertà

La giovane era tornata in carcere dopo le polemiche legate a delle foto su Facebook che la ritraevano sorridente al mare

La procura ha chiesto il ripristino della semilibertà per Doina Matei, la giovane condannata per aver ucciso con un colpo di ombrello Vanessa Russo nella metro di Roma.

Stessa richiesta dal difensore della giovane, Nino Marazzita. Sulla vicenda il tribunale di sorveglianza di Venezia si è riservato di decidere. Alla giovane era stata revocata la semilibertà dopo le polemiche legate a delle foto su Facebook che la ritraevano sorridente al mare.

"Non sapevo di non poter usare i social" - "Non sapevo di non poter usare Facebook e l'ho fatto per contattare i miei figli (che vivono in Romania, ndr) senza urtare alcuna sensibilità. Non userò più i social". Doina Matei ha spiegato così, davanti al Tribunale di sorveglianza di Venezia, la sua scelta di "comparire" su Facebook sotto pseudomino.

L'udienza, su richiesta della Matei, si è svolta a porte chiuse. A riferire le parole della donna è stato il suo legale Nino Marazzita, il quale ha sottolineato che "il comportamento della magistratura veneziana di fronte ad una vicenda così delicata è stato esemplare". "Confidiamo - ha aggiunto - sull'apporto del Pg che ha detto che il comportamento di Matei non è un vulnus che interrompe il processo educativo".

A sostegno di Doina, i suoi legali hanno prodotto numerose testimonianze e dichiarazioni scritte sul comportamento irreprensibile della donna nel suo iter carcerario. "Non ha mai utilizzato in modo improprio neppure il cellulare (con numeri vincolati) di cui si era dotata, mentre sull'uso di Facebook - ha affermato Marazzita - non è stata fatta neppure un'indagine da parte della polizia giudiziaria".

Il delitto - Il delitto risale al 26 aprile 2007: Doina Matei incrociò Vanessa Russo nel tunnel della stazione metro Termini, avvertì una spinta e per tutta risposta brandì l'ombrello contro la ragazza romana colpendola in un occhio e scappando via. Fu arrestata qualche giorno dopo. Dopo aver scontato metà della pena, la trentenne di origini romene ha ottenuto la semilibertà e ha cominciato a lavorare fuori dal carcere.