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Caso Cucchi, Piero Grasso: "Chi sa parli" La Procura: ricorso dopo lettura sentenza

Il presidente del Senato interviene dopo lʼassoluzione di tutti gli imputati: "No a violenza impunita". Ilaria Cucchi: "Fallimento della giustizia".

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"Che si abbia il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, perché lo Stato non può sopportare una violenza impunita di questo tipo". A chiederlo, con "un appello" relativo al caso Cucchi, è il presidente del Senato, Piero Grasso. "Ci sono dei rappresentanti delle Istituzioni che sono certamente coinvolti in questo caso - sottolinea -. Quindi, chi sa parli".

Caso Cucchi, Piero Grasso: "Chi sa parli" La Procura: ricorso dopo lettura sentenza

La Procura attende le motivazioni della sentenza - "La Procura Generale di Roma esaminerà, con la lettura delle sentenza, la motivazione che darà la Corte d'assise di appello alla decisione di non accogliere le richieste di condanna degli imputati, fatte con ampia e argomentata requisitoria dal Pg di udienza, valutandone la congruità, la coerenza e la legittimità", dichiara il procuratore generale della Capitale, Luigi Ciampoli.

"Valuterà, di conseguenza la sussistenza di motivi di ricorso in Cassazione, dove già pende altro ricorso, sempre presentato dalla Procura Generale di Roma, contro un'altra sentenza relativa alla presunta responsabilità del personale medico del carcere di Regina Coeli che diede assistenza a Cucchi prima del trasferimento all'ospedale Pertini", aggiunge Ciampoli.

Ilaria Cucchi: "E' il fallimento della giustizia" - "Noi abbiamo affrontato questo processo che era prevalentemente un processo a Stefano. Con questa seconda sentenza non abbiamo perso noi, quello che dicevamo da cinque anni è stato riconosciuto. Questo è il fallimento della Procura di Roma, è il fallimento della giustizia". Lo ha detto Ilaria Cucchia, sorella di Stefano.

Segretario Sappe: "Rispetto ma non facciamolo santo" - "Ho rispetto per Stefano Cucchi, ma non facciamolo diventare un santo. Quelle fratture se le è procurate prima di essere arrestato, negli ambienti che frequentava". E' quanto ha detto Donato Capece, segretario del Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria.