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Banda della Magliana, parla il vero Freddo: "Carminati e altri mi vogliono morto"

Maurizio Abbatino, ex boss conosciuto come "Crispino", racconta di conoscere bene il presunto numero uno di Mafia Capitale: "Ha raccolto la mia eredità"

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"Ho una taglia sulla testa, metto il piede a Roma e mi ammazzano. Carminati, che ha preso la mia eredità, mi vuole morto. E non solo lui". A parlare è Maurizio Abbatino, 61 anni, ex boss della Banda della Magliana, conosciuto come "Il Crispino" e diventato "Il Freddo" al cinema. Conosce bene il presunto leader di Mafia Capitale: "Carminati era il più freddo e lucido. E quello con più potere di attrazione. Ha goduto di protezioni dall'alto".

Banda della Magliana, parla il vero Freddo: "Carminati e altri mi vogliono morto"

In un'intervista a Il Fatto Quotidiano, Abbatino spiega che "qualche scemo mi ammazzerebbe solo per prestigio criminale", anche se della Banda della Magliana "non ero il capo. Eravamo in molti a decidere". A volerlo morto, però, dice che siano in tanti: "Carminati sicuramente è uno di quelli, poi ci sono gli apparati deviati. Io non so tutto, ma so molto. Anche di quello che non è emerso. E non credo che sia solo la malavita in giro a volermi far fuori, ma anche alcuni apparati, un tempo servizi segreti, oggi non so più come si chiamano. Nella mia vita blindata mi sono fidato della polizia, certo, ma molto più della squadra mobile che non della Digos. Oggi mi lasciano fuori senza un centesimo in tasca. Vogliono che torni in strada. E' stata una manovra, non so voluta da chi. Un segnale a coloro che volevano parlare: guardate che fate la fine di Abbatino se collaborate, questo hanno voluto dire".

"Crispino" spiega poi che Carminati "ha avuto la fortuna di godere di protezioni dall'alto e di essere imputato nell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli insieme e a Giulio Andreotti". E sebbene non abbia le prove che a uccidere Pecorelli fu proprio Carminati, "ho elementi che mi fanno presupporre che fu lui. Non è un mistero che quell'omicidio nacque nel nostro ambiente, nella banda della Magliana. Ordinato da altri, noi lo eseguimmo".

Abbatino, quindi , sottolinea come sulla Banda della Magliana sia stata scritta solo una parte della storia. "Io potrei continuare a parlare, ma a un certo punto mi sono fermato fino al punto in cui avevo le prove. Oltre non sono andato. Non potevo. Ma la storia della banda della Magliana è molto più complessa. E c'entra molto di più con la P2 rispetto a quanto è emerso. Lei tenga conto che ogni tanto il generale Santovito, l'ex capo del Sismi, mi faceva arrivare i saluti. Io non l'avevo neanche mai conosciuto. A un certo punto, non so se per la nostra capacità di uccidere e il controllo del territorio, ma eravamo rispettati dai poteri deviati e da una certa politica, allora molto influente. E se Mafia Capitale, come è stata ribattezzata, è emersa quando ormai tutti sapevano e non potevano fare a meno che esplodesse lo scandalo, qualcuno li aveva coperti. Carminati sapeva benissimo che lo avrebbero arrestato".