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Scambio embrioni, sotto la lente gli interventi degli ultimi sei mesi

I carabinieri dei Nas, che da martedì hanno iniziato a passare al setaccio il centro per la fecondazione assistita, starebbero cercando di capire se altri casi analoghi possano essere accaduti in passato

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Sembra allargarsi il caso degli embrioni scambiati all'Ospedale Pertini di Roma: i carabinieri dei Nas, che da martedì hanno iniziato a passare al setaccio il centro per la fecondazione assistita, starebbero infatti indagando sull'attività svoltavi negli ultimi sei mesi. Si cerca di capire se altri casi analoghi possano essere accaduti in passato e se, nei giorni successivi allo scambio, qualcuno avesse intuito quanto successo.

Secondo quanto finora emerso, sarebbero almeno tre le persone, due biologi e un'ostetrica, che avrebbero concorso all'errore che ha portato allo scambio di embrioni durante la procedura di procreazione assistita nell'ospedale romano. Se si dimostrasse che i protocolli di impianto non sono stati rispettati, potrebbe configurarsi per il personale dell'ospedale coinvolto un'omissione di atti di ufficio.

Ipotizzando inoltre che errori analoghi possano essere avvenuti anche in altri casi, tra i 600 interventi che ogni anno vengono effettuati al Pertini, la commissione di inchiesta, istituita dalla Regione Lazio, ha stabilito che tutte le coppie che hanno avuto contatto con il centro siano sottoposte al test del Dna.

Le indagini dei Nas, presto saranno sentite le coppie coinvolte nello scambio - Le due coppie al centro dello scambio saranno ascoltate dai carabinieri del Nas che potrebbero anche convocare le altre tre coppie che erano all'ospedale Sandro Pertini nei giorni dello scambio (cioè la sessione tra il 4 e il 6 dicembre 2013): di queste, una aspetta un bambino geneticamente compatibile con l'uomo e la donna, mentre per le altre due la procedura non è andata a buon fine.

Forse azione civile delle coppie coinvolte - Sulla vicenda la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta dopo l'esposto presentato da una sesta coppia non coinvolta nello scambio in questione perché si è sottoposta alla procedura in giorni differenti. Al momento il fascicolo aperto dalla Procura sarebbe senza indagati e senza ipotesi di reato: è realistico peròprevedere, da parte delle due coppie coinvolte direttamente nello scambio, un procedimento di tipo civile per ottenere un risarcimento.

Centro fecondazione "chiuso", nuove procedure al vaglio - Intanto al Centro del Pertini, che per ora non accoglie nuove coppie, sono state introdotte nuove e più stringenti misure di sicurezza per evitare in futuro nuovi errori di questo tipo: le prossime pazienti che si sottoporranno alla procedura di fecondazione assistita si vedranno assegnare un codice identificativo non equivocabile e non più di tre aspiranti mamme alla volta potranno essere trattate nella stessa giornata. Infine a capo della struttura, che all'epoca dei fatti era affidata ad interim al primario dell'intero dipartimento, è stato nominato un nuovo dirigente, il ginecologo Emilio Pittarelli.