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Papa Francesco: ho la sensazione che resterò poco, ma magari sbaglio

Le dichiarazioni di Bergoglio sono state riprese con lo smartphone e montate allʼinterno di un docufilm

"Ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve, quattro o cinque anni.

È una sensazione un po' vaga, magari non è così, ma ho come la sensazione che il Signore mi abbia messo qui per poco tempo". A dirlo è Papa Francesco, in una confidenza privata ripresa con lo smartphone da padre Antonio Spadaro. Quest'ultimo ha raccolto e montato altre dichiarazioni di Bergoglio in un docufilm che mostra un lato intimo e inedito del Pontefice.

Francesco e il protocollo - Nel video, Bergoglio rivela qualche piccola difficoltà di adattamento alla vita in Vaticano. "Quando arriva un Capo di Stato deve essere accolto con la dignità e il protocollo che merita. La verità è che con il protocollo ho un sacco di problemi ma va rispettato. Sai che differenza c'è tra il terrorismo e il protocollo? Che con il terrorismo si può negoziare!", scherza il Papa.

"Vorrei poter uscire senza essere riconosciuto" - Il Pontefice poi confida al direttore di Civiltà Cattolica: "A Buenos Aires ero sempre in strada. Cambiare di abito mi costa un po' però uno poi si abitua. L'unica cosa che mi piacerebbe è poter uscire un giorno senza che nessuno mi riconosca e poter andare in una pizzeria a mangiare una pizza". "A me succede che quando si provo delle emozioni mi chiudo e la cosa si cucina a fuoco lento, no? E poi appare - racconta ancora il Pontefice -. Io mi difendo molto dalle emozioni perché... non so... per pudore".

Il docufilm - Ideato e scritto da Diana Ligorio, in collaborazione con Salvatore Mazza e padre Antonio Spadaro, "Papa Francesco: come Dio comanda" racconta Bergoglio in una doppia soggettiva. Quella del Papa stesso, attraverso una lunga riflessione inedita sul suo pontificato, raccontata in una sola notte, in spagnolo, nella sua lingua madre. E quella dei fedeli, che interrompono il flusso delle parole con flashback dei viaggi pastorali più emozionanti e significativi, che arrivano come frammenti di memoria della sua iconografia più pubblica: immagini dalle visite a Rio de Janeiro, Philadelphia, Tacloban, Istanbul, Ciudad Juarez e alla mensa dei poveri di Assisi.