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Ismaele, lʼassassino parla dal carcere: "Vorrei chiedere scusa, era come me"

Igli Meta mostra il suo pentimento per aver sgozzato il rivale in amore, allʼindomani della convalida del fermo da parte del gip

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carabinieri

"Era un ragazzo come me, vorrei chiedere perdono per ciò che ho fatto". Sono le parole di Igli Meta, il ventenne che ha sgozzato Ismaele Lulli, suo rivale in amore, a Sant'Angelo Vado. Il pentimento è stato espresso durante l'interrogatorio del gip, che ha ascoltato anche il complice del delitto, Mario Mema. La madre della vittima ha però mostrato fastidio per il repentino pentimento dell'albanese.

Ritrovata l'arma del delitto - E' intanto stato ritrovato dai carabinieri di Pesaro Urbino il coltello a serramanico con cui è stato ucciso Ismaele Lulli: era a Sestino, un Comune in provincia di Arezzo a cavallo tra le Marche e la Toscana. Recuperato anche l'iPhone di Ismaele, sul greto del fiume Auro a Borgopace.

Tutto sarà ora inviato ai Ris. Il coltello a serramanico, con una lama di 15 centimetri, e il telefonino di Ismaele sono stati trovati nelle prime ore di sabato mattina, al termine di una battuta iniziata alle 4 e fatta, con metal-detector, in collaborazione con personale del Nucleo cinofili e della polizia penitenziaria. C'erano anche i due accusati.

L'iPhone elemento importante per le indagini - L'iPhone della vittima, trovato nei pressi de "La Gorga dei Morti", dove i due presunti assassini erano andati a fare il bagno dopo il delitto, è ritenuto importante dagli investigatori perché potrebbe contenere messaggi tra Ismaele e il suo presunto killer, o tra la vittima e Ambera, la giovane macedone fidanzata di Meta, a causa della quale sarebbe scattata la follia omicida dell'albanese, geloso della ragazza e convinto che Ismaele le avesse messo gli occhi addosso. Anche se le indagini hanno permesso di chiarire in tutti i suoi aspetti la vicenda, resta infatti da capire se nel delitto vi sia stata premeditazione, non ancora contestata ai due albanesi.