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Immigrazione, inchiesta Dda: "Gruppi armati libici dietro sbarchi in Italia"

Viaggi della speranza usati "per autofinanziarsi". Emesso un mandato di cattura internazionale per 3 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani

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Sarebbero diversi gruppi armati libici a organizzare, per autofinanziarsi, molti sbarchi di migranti sulle coste italiane. E' quanto emerge da un'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo che da tempo indaga sui cosiddetti viaggi della speranza. Il gup di Palermo ha emesso mandato di cattura internazionale per tre persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani.

Immigrazione, inchiesta Dda: "Gruppi armati libici dietro sbarchi in Italia"

I tre organizzatori identificati farebbero parte di una organizzazione che gestisce i viaggi di migranti verso le coste siciliane. Si tratta di Ermias Germay, etiope che risiederebbe in Libia, John Mharay, sudanese che, secondo le informazioni dei Servizi si troverebbe in Sudan, a Khartoum, e Shamshedin Abkadt, eritreo.

Da alcune intercettazioni emerge infatti un collegamento tra loro e gruppi di miliziani libici. "Abbiamo guadagnato un milione di dollari", dice in una telefonata "ascoltata" dagli investigatori un personaggio che fa parte di un gruppo combattente. Le indagini della Dda palermitana avrebbero inoltre evidenziato stretti collegamenti, soprattutto attraverso i social network, tra migranti di religione islamica residenti in Sicilia e personaggi vicini all'Isis.

A confermare il collegamento tra i cosiddetti viaggi della speranza e le frange armate libiche anche un episodio accaduto a febbraio scorso a largo delle coste del paese nordafricano: una motovedetta della Guardia Costiera, impegnata nelle operazioni di soccorso di un gruppo di migranti, fu assaltata da uomini armati. Il personale della Capitaneria di Porto non rispose al fuoco, temendo per l'incolumità degli extracomunitari che stavano per essere trasferiti a bordo della motovedetta italiana. E i libici, che apparterrebbero allo stesso gruppo intercettato dalla Dda, riuscirono a riprendersi il barcone usato per la traversata del Canale di Sicilia.