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Il Papa: "Un errore far lavorare gli anziani mentre i giovani sono a casa"

Il Santo Padre ai delegati Cisl: "Le nuove generazioni hanno il diritto-dovere di lavorare, è urgente un nuovo patto che sia nel segno di unʼeconomia sociale di mercato". E attacca: "Unʼoffesa le pensioni dʼoro"

Il Papa:
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Per il Papa è "urgente un nuovo patto sociale, che riduca le ore di lavoro di chi è nell'ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto-dovere" ad avere un'occupazione.

Il Pontefice, ricevendo una delegazione della Cisl, ha poi parlato delle "pensioni d'oro" definite "un'offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni".

"E' una società stolta e miope - ha aggiunto il Santo Padre - quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti".

"Il sindacato faccia qualcosa per le donne" - "Ancora nel mondo del lavoro la donna è di seconda classe - riprende, chiedendo alla Cisl di intervenire -, voi potreste dire 'sì, no, ma c'è quella imprenditrice, c'è quell'altra', ma la donna guadagna di meno, è più facilmente sfruttata, fate qualcosa", e auspica che il sindacato faccia più attenzione alle "periferie" del lavoro.

"Serve un'economia sociale di mercato" - Il Papa ha inoltre sottolineato che "il capitalismo del nostro tempo non comprende il valore del sindacato, perché ha dimenticato la natura sociale dell'economia, dell'impresa, della vita, dei legami e dei patti. Ma forse la nostra società non capisce il sindacato perché non lo vede abbastanza lottare nei luoghi dei 'diritti del non ancora': nelle periferie esistenziali".

E ha concluso: "Questo è un peccato grave: non dobbiamo parlare di economia di mercato, ma di economia sociale di mercato, come ci ha insegnato Giovanni Paolo II".

"Il sindacato troppo simile a politica e partiti" - Francesco non risparmia un forte attacco al sindacato e afferma: "Come dimostra anche la grande tradizione della Cisl, il movimento sindacale ha le sue grandi stagioni quando è profezia. Ma nelle nostre società capitalistiche avanzate il sindacato rischia di smarrire questa sua natura profetica, e diventare troppo simile alle istituzioni e ai poteri che invece dovrebbe criticare. Il sindacato col passare del tempo ha finito per somigliare troppo alla politica, o meglio, ai partiti politici, al loro linguaggio, al loro stile. E invece, se manca questa tipica e diversa dimensione, anche l'azione dentro le imprese perde forza ed efficacia". Un passaggio, questo, molto applaudito dai presenti all'udienza.