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Il Papa rinuncia a Castel Gandolfo: diventerà un museo

Le stanze pontificie saranno inglobate al resto della struttura, che già da un anno è visitabile dai turisti. Lʼinaugurazione il 21 ottobre

Dopo la rinuncia a vivere nell'appartamento papale in Vaticano, Papa Francesco dice addio anche a un'altra storica residenza: a partire dal 21 ottobre, infatti, le stanze pontificie di Castel Gandolfo diventano un museo.

L'appartamento, che dal Seicento (tranne un periodo di abbandono dal 1870 agli anni Venti) era sempre disponibile per il Papa, verrà inglobato al resto della struttura, che già da oltre un anno è visitabile da fedeli e turisti.

Nonostante sia papa Wojtyla sia papa Ratzinger vi abbiano soggiornato spesso (Benedetto XVI vi trascorse addirittura gli ultimi giorni da Papa, nel periodo tra la rinuncia e l'elezione del suo successore), papa Bergoglio non ha mai usato l'appartamento pontificio di Castel Gandolfo, restando sempre, anche nei suoi pochi giorni di riposo, nel suo appartamento di Santa Marta, in Vaticano. La cessione delle stanze ai Castelli, quindi, non sorprende più di tanto.

Il museo, che verrà inaugurato con l'esibizione di un coro di musica popolare cinese, garantirà l'accesso a molti luoghi del tutto particolari. A partire dalla camera da letto del Papa: nel gennaio 1944, dopo lo sbarco alleato ad Anzio, la zona di Castel Gandolfo divenne teatro di cruente battaglie, e la camera fu destinata alle partorienti che potevano così avere un rifugio tranquillo per dare alla luce i propri bebè. E proprio sul letto del pontefice nacquero almeno 40 bambini, che vennero soprannominati "figli del Papa".

Altri luoghi-simbolo che saranno visitabili dopo il 21 ottobre sono la cappella privata, nella quale tutti i predecessori di Francesco si sono ritirati in preghiera; la biblioteca e lo studio; il Salone degli Svizzeri, che deve il suo nome al fatto che l'ambiente era un tempo destinato alla guardia papale; la Sala del Concistoro, utilizzata per le riunioni dei cardinali con il Papa.

La decisione, che farà piacere a molti turisti, non è però stata accolta con particolare favore dalla comunità locale. Il sindaco di Castel Gandolfo, Milvia Monachesi, spiega infatti a la Repubblica che "noi continuiamo ad aspettare e sperare che papa Francesco trascorra qualche giorno qui". Ma benché la mancata presenza del pontefice negli ultimi anni abbia avuto come conseguenza iniziale la chiusura di alcune attività commerciali, "ora abbiamo trovato un nuovo equilibrio" grazie sia all'apertura del palazzo "voluta proprio dal Papa", sia per merito "del treno santo che ogni sabato collega il nostro borgo a San Pietro, carico di pellegrini".