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Firenze, aggredì una giovane con un laccio: scarcerato

L'uomo di origini indiane ora ha l'obbligo di dimora a Fiumicino dove lavora come bracciante con il divieto di uscire di casa dalle 20 alle 7 del mattino

Ha aggredito una ragazza di 23 anni mentre tornava a casa dal lavoro tra via della Scala a via Baracca a Firenze la notte tra il 21 e il 22 febbraio , ma è rimasto in carcere poco più di 48 ore. E' questa la decisione del gip Francesco Bagnai nei confronti di H.S., cittadino indiano di 29 anni al quale è stato riconosciuto solo il reato di lesioni personali aggravate e non quello di tentata violenza sessuale.

Al giovane è stata applicata la misura dell'obbligo di dimora a Fiumicino dove lavora come bracciante con il divieto di uscire di casa dalle 20 alle 7.

La dinamica dell'aggressione- Dopo averla seguita da via della Scala, nel centro di Firenze, fino a via Baracca ha aggredito la ragazza da dietro, stringendole il laccio del cappuccio intorno al collo. Solo la reazione della giovane, una fiorentina di 21 anni, ha impedito all'uomo di portare a termine la violenza. La giovane è riuscita a colpirlo con due calci e a fuggire verso un mezzo del Quadrifoglio i cui operatori l'hanno soccorsa e hanno dato l'allarme.

Il racconto dell'indiano - Il giovane ha raccontato al giudice quella sera stava andando verso la stazione ma si era perso e aveva chiesto indicazioni a una coppia in bicicletta che gli aveva strappato il cellulare. "Quando mi sono accorto che la ragazza che ho aggredito non era la stessa che mi aveva rubato il cellulare l'ho lasciata andare. Ero ubriaco e quindi non ricordo esattamente tutto. Ma io volevo solo recuperare il cellulare, ho provato a spiegarlo alla polizia e alla guardia di finanza ma non mi hanno neanche ascoltato, mi hanno picchiato e non mi facevano parlare", ha raccontato.

Le motivazioni del gip - Il gip ritiene che le dichiarazioni dell'indiano debbano essere almeno verificate, perché la ragazza ha raccontato che mentre la seguiva l'uomo digitava su un cellulare, che non gli è stato trovato al momento dell'arresto. Ma il racconto dell'indiano non convince del tutto, perché la ragazza aggredita non era in bicicletta, ma a piedi e lui l'ha seguita per diversi chilometri, da via della Scala a via Baracca. La ragazza, poi, è sicurissima che l'uomo non fosse ubriaco al momento dell'aggressione. In ogni caso, anche se veramente l'avesse scambiata con la persona, niente giustifica l'aggressione subìta dalla giovane. In questo senso il giudice ritiene che ”la custodia cautelare in carcere è sproporzionata rispetto al reato per il quale ricorrono i gravi indizi". Frase questa che ha lasciato senza parole i magistrati della procura che faranno ora ricorso in Cassazione.