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Reggio Emilia, marocchino prende a calci porta della prefettura gridando "Allahu Akbar": espulso

Lʼuomo, 36 anni, aveva già collezionato quattro decreti di espulsione

Un marocchino di 36 anni, che si era inginocchiato in atteggiamento di preghiera davanti alla prefettura di Reggio Emilia, inveendo in italiano e poi gridando "Allahu Akbar" all'intervento della polizia, è stato portato al Cie di Torino in attesa di rimpatrio.

Ad accorgersi del magrebino, già colpito da quattro ordini di espulsione, è stato alle 13.30 di lunedì il personale della polizia di Stato attraverso le telecamere di sicurezza.

L'uomo era prostrato davanti al portone della prefettura di Reggio Emilia, lato via San Pietro Martire, e ha sferrato un violento calcio al portone mentre un agente lo stava aprendo. Ha poi urlato offese e la frase "Io amo Allah, voi siete dei diavoli e io ammazzo tutti i diavoli". Probabilmente sotto gli effetti di alcolici, è stato portato al pronto soccorso dell'Arcispedale Santa Maria Nuova, vigilato dalle Volanti della questura.

Agli agenti l'uomo ha rivolto frasi sconnesse e anche quella "Allahu Akbar". Dalle prime indagini della Digos si è appurato che il marocchino era stato arrestato in passato per reati di droga e denunciato per porto di armi e strumenti atti ad offendere. Dopo le visite mediche è stato dimesso dal Pronto soccorso e successivamente portato al Cie di Torino in attesa dell'espulsione dall'Italia.

La perquisizione da parte della Digos nell'abitazione di alcuni conoscenti che lo avevano ospitato, risultati estranei ai fatti, ha dato esito negativo riguardo alla ricerca di esplosivi o armi illegalmente detenuti. Il nordafricano, la cui ultima espulsione era stata firmata dal questore di Reggio Emilia Isabella Fusiello lo scorso 21 agosto, sarà anche denunciato per minaccia a pubblico ufficiale e danneggiamento.