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Parmigiano contaminato, 4 arresti La Lorenzin rassicura: "Casi limitati"

Parma, ai domiciliari il direttore del centro servizi per lʼagroalimentare della città e tre imprenditori agricoli. Il ministro: "Controlli sono efficaci"

carabinieri nas
lapresse

Quattro persone agli arresti domiciliari, il direttore del centro servizi per l'agroalimentare di Parma Sandro Sandri e tre imprenditori agricoli, 63 persone indagate e 2400 forme di parmigiano-reggiano sequestrate. Sono questi i numeri di una maxi operazione conclusa dai Nas di Parma. Al centro delle indagini il rinvenimento di Aflatossina nel latte con cui si produceva il formaggio. La tossina proviene da un mais contaminato a causa di caldo e siccità.

I coinvolti sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al falso in atto pubblico e alla commercializzazione di sostanze alimentari nocive e tentata truffa aggravata finalizzata alla ricezione di pubbliche erogazioni per il latte di qualità.

Dall'iinchiesta, coordinata dal pm Fabrizio Pensa della Procura di Parma, è emerso che le analisi condotte dal Centro servizi per l'Agrolimentare di Parma non indicavano la reale presenza di aflatossina nelle partite latte. Un fenomeno che si sarebbe ripetuto dal febbraio del 2013 ad oggi coinvolgendo 2402 forme di Parmigiano Reggiano in diversi caseifici del parmense.

Lorenzin: "Casi limitati" - "I risultati dell'indagine ci rassicurano sulla limitatezza dei casi, che riguardano solo una parte della produzione. Per questo possiamo tranquillizzare i consumatori italiani e stranieri". Lo afferma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. "L'operazione della Procura di Parma, a seguito dell'indagine Nas dimostra l'efficacia dei controlli sulla sicurezza alimentare nel Paese, priorità assoluta del nostro governo e del ministero della Salute", conclude il ministro.