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Delitto della Magliana, benzina e non alcol per bruciare Sara

Dalle indagini emergono nuovi particolari che andrebbero a smentire la versione fornita in maniera confusa da Vincenzo Paduano

Inizia a vacillare il castello di bugie costruito nella confessione da Vincenzo Paduano, il 27enne che a Roma, in via della Magliana, ha ucciso l'ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, 22 anni.

A smentire le sue affermazioni c'è l'acquisizione nel corso delle indagini di nuove immagini provenienti dalle telecamere di sorveglianza della zona dove è avvenuto il delitto. L'assassino ha sempre ribadito che per bruciare l'auto e il corpo della ragazza si era servito di una bottiglietta di alcol acquistata dai cinesi giorni prima. Ma gli esperti e i fotogrammi fanno pensare all'uso di benzina. Per cancellare le prove dell'omicidio, è l'ipotesi degli investigatori.

Dalle immagini visionate emerge chiaramente che la fiammata che ha divorato l'auto e poi il corpo di Sara si è sviluppata subito, come accade con la benzina. Inoltre, poco prima si vede che Paduano torna alla sua auto, dopo aver speronato quella della ex fidanzata, per prendere qualcosa che non è una bottiglietta con alcol, ma molto più probabilmente una tanica di benzina con il manico.

Per tutti questi motivi si scandagliano anche i sistemi di sorveglianza di alcuni distributori di carburante della zona. "Non so cosa è successo. Di sicuro ero uscito per bruciare la macchina del nuovo fidanzato di Sara e non certo lei", ripete dal carcere Paduano che con lo psicologo prova a ricostruire il delitto.

E la ricostruzione degli investigatori su quello che accadde quella notte si fa sempre più macabra. Al momento del ritrovamento a Sara mancava uno stivale. Si era allora pensato che la ragazza avesse tentato di spogliarsi per liberarsi dalle fiamme. Ma i risultati dell'autopsia dicono altro: Sara era incosciente mentre l'ex appiccava il fuoco, quindi avrebbe perso lo stivale durante il trascinamento del corpo da parte dell'assassino su un mucchio di foglie.