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Coldiretti, il caldo sta facendo perdere fino al 70% della produzione

Agricoltori e allevatori avrebbero danni economici fino a 2 miliardi di euro per la siccità. Danneggiata anche la pesca delle cozze

Coldiretti, il caldo sta facendo perdere fino al 70% della produzione - foto 1
Ansa

L'estate prolungata nuoce all'agricolura: è questo l'allarme lanciato dalla Coldiretti che sottolinea come gli operatori abbiano denunciato perdite di prodotto tra il 40 ed il 45% fino a raggiungere punte del 70%.

Tutta colpa dell'ultima ondata di caldo di agosto, accompagnata da una persistente assenza di precipitazioni. I danni però non si limitano alle campagne ma interessano anche il mare dove le alte temperature stanno causando una vera e propria strage, soprattutto delle pregiate cozze tarantine.

L'afa eccezionale - prosegue Coldiretti - ha determinato un innalzamento delle temperature dei mari fino a valori che nelle acque vicino alla costa hanno raggiunto i 35 gradi e l'assoluta mancanza di piogge che tendono a raffreddare le acque del mare ha portato alla fermentazione delle alghe, privando l'acqua di ossigeno e portando alla moria di pesci e molluschi presenti negli impianti. Il mercato è invaso da cozze provenienti dall'estero che - denuncia l'associazione degli agricoltori - e spacciato come italiano, soprattutto nella ristorazione, grazie all'assenza dell'obbligo di etichettatura dell'origine.

Il contenimento produttivo ha interessato tutti prodotti base della dieta mediterranea con il raccolto di pomodoro per passate, polpe, concentrati e sughi da conserve stimato in calo del 12% rispetto allo scorso anno mentre per il grano duro da pasta si prevede una contrazione media attorno al 10%. Il raccolto di mele è stato tagliato del 23% con punte del 60% in Trentino, la vendemmia è stata invece ridotta del 25% e la campagna di raccolta delle olive 2017/18 si prospetta una delle peggiori degli ultimi decenni.

A subire gli effetti sono anche gli animali perché la siccità - continua la Coldiretti - ha tagliato il foraggio per l'alimentazione del bestiame con prati e pascoli secchi mentre il caldo stressa le mucche che producono fino al 20% di latte in meno.

Facendo i conti complessivi, per l'associazione ammonterebbero a oltre 2 miliardi le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti da un andamento climatico del 2017 del tutto anomalo che lo classifica tra i primi posti dei più caldi e siccitosi da oltre 200 anni, ma anche segnato da gelate e a macchia di leopardo da violenti nubifragi con grandine.