Censis: "Più diseguaglianze in Italia: periferie a rischio caos come Parigi"
Lʼallarmante fotografia della situazione sociale italiana del Centro studi, secondo cui "oltre un milione di giovani" non riesce a vivere senza il sostegno economico dei genitori. Bocciata la politica di riforme italiana
Più diseguaglianze, meno integrazione, ceto medio corroso. Questi gli effetti della crisi secondo il Censis che aggiunge: "L'Italia si è spesso ritenuta indenne dai rischi delle banlieue parigine", ma le problematicità ormai incancrenite di alcune zone urbane "non possono essere ridotte a eccezione". Sempre sul fronte crisi, emerge che dei circa 4,7 milioni di giovani che vivono per conto proprio, oltre un milione non riesce ad arrivare a fine mese.
"Scissione tra welfare e giovani" - Secondo l'analisi del Censis vi è "una scissione tra il welfare e i giovani" per le difficoltà occupazionali e reddituali. Almeno 2,4 milioni di coloro che vivono per conto proprio infatti ricevono "regolarmente o una tantum" un aiuto economico dai proprio genitori.
"Capitale umano non utilizzato" - L'Italia è un Paese dal capitale umano "inagito" e "dissipato", prosegue il Censis nel suo rapporto sulla situazione sociale del Paese 2014, in cui conta quasi 8 milioni di individui non utilizzati: 3 milioni di disoccupati, 1,8 mln di inattivi e 3 milioni di persone che, pur non cercando attivamente un impiego, sarebbero disponibili a lavorare.
"Contro la crisi le famiglie riducono i consumi" - Secondo il Centro studi poi le famiglie italiane affrontano la crisi con una nuova vita "a consumo zero": riducono pranzi e cene fuori casa (62%), risparmiano su cinema e svago (58%), riducono gli spostamenti in auto e moto per non spendere troppo in benzina e modificano le abitudini alimentari (44%). Nel 2013, per il secondo anno consecutivo, le spese complessive degli italiani si sono attestate su livelli inferiori a quelli dei primi anni 2000.
"Emergenza sbarchi e accoglienza migranti" - E' stato l'anno boom per gli sbarchi di immigrati nel canale di Sicilia il 2014. Un emergenza, rileva il Censis, se si pensa che, dall'inizio dell'anno a metà di ottobre, sono arrivate in Italia 146.922 persone, per 918 sbarchi, contro le 63mila giunte nel 2011, anno record per gli effetti delle 'primavere arabe'. E non tutti sono arrivati alla fine del viaggio, infatti la stima delle vittime di questi viaggi della speranza è di 3mila morti nel Mediterraneo, tra gennaio e settembre. I numeri degli arrivi hanno comunque messo a dura prova il sistema dell'accoglienza: al 30 settembre le strutture presenti sul territorio nazionale ospitavano 61.536 migranti, il 52,8% in Sicilia, Lombardia e Campania. Importante, secondo il rapporto, anche lo sforzo dell'Italia nei confronti delle vittime della tratta.
"Politica fallimentare, riconquisti connettività" - Per il Censis siamo "società liquida che rende liquefatto il sistema". Interessi e comportamenti individuali e collettivi si aggregano in mondi chiusi in se stessi. Per esempio la connessione tra tessuto sociale ed economico e politica è sempre meno funzionante. E' come se le leggi e le riforme emanate girassero a vuoto poiché non hanno un effetto reale sulla vita, per questo dovrebbe ritrovare la propria funzione di promotore dell'interesse collettivo.
La politica si è costruita "un'onda di rivincita sulla rappresentanza, sui corpi intermedi, sulle istituzioni locali": ma "la volontà decisionale e la decretazione d'urgenza supportata dai voti di fiducia - avverte il Censis - non sempre riescono a passare all'incasso sul piano dell'amministrazione corrente e dei comportamenti collettivi" e quindi "la politica rischia di restare confinata al gioco della sola politica". In questo tipo di società, i singoli soggetti non sanno dove collocarsi: di conseguenza, tutti, dal singolo imprenditore alla singola famiglia, si sentono abbandonati a se stessi. Una estraneità che porta a un fatalismo quasi cinico e anche a episodi di secessionismo "sommerso" ormai presente in varie realtà locali, specie al Sud.