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Rom uccisi per rappresaglia, 5 arresti Napoli, dopo un furto in casa del boss

Due dei delitti, risalenti al 2004, ebbero come vittime due rom: furono uccisi in un campo nomadi per vendicare un furto. Le vittime, innocenti, furono scelte a caso

polizia generica 113
agenzia

Cinque persone ritenute affiliate al clan Mazzarella di piazza Mercato, a Napoli, sono state arrestate perché ritenute responsabili di quattro omicidi. Due dei delitti, risalenti al 2004, ebbero come vittime altrettanti rom uccisi in una rappresaglia in un campo nomadi attuata per vendicare un furto subito in casa dal boss Franco Mazzarella. A perdere la vita furono Mirko e Goran Radosavljevic.

A mettere a segno il colpo furono due rom ignari del fatto di avere preso di mira la casa sbagliata. I killer si recarono nel campo rom di Secondigliano e uccisero, scegliendo a caso, due persone, del tutto estranee alla vicenda. A perdere la vita furono Mirko e Goran Radosavljevic, che, quando scattò l'agguato, si trovavano in un'auto con il fratellino di 12 anni di una delle due vittime.

Il gruppo di fuoco è ritenuto responsabile anche di altri due omicidi, quello di Francesco Ferrone, avvenuto il 3 febbraio del 2004 e quello di Antonio Scafaro, avvenuto il 6 marzo del 2005. A fare luce sui quattro assassinii hanno contribuito alcuni collaboratori di giustizia, ex esponenti di rilievo del clan Mazzarella, tra cui Giuseppe Persico, che ebbe, nell'ambito dell'organizzazione camorristica, anche il ruolo di reggente. Persico, infatti, era alle dirette dipendenze di Franco Mazzarella.

L'omicidio di Ferrone maturò durante una feroce faida in atto tra i Fabbrocino e il clan rivale dei Mauro. Ferrone fu colpito da due proiettili mentre si trovava nel suo ufficio, nel garage Gama. Anche l'omicidio di Scafaro avvenne nell'ambito dello scontro tra le due famiglie camorristiche. La vittima venne trucidata con cinque colpi di pistola ma durante l'agguato ne vennero esplosi almeno 17.