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Omicidio Fortuna, presunto assassino ingerisce lametta in carcere

Le condizioni di Raimondo Caputo non sarebbero gravi. Qualche settimana fa la direzione del carcere aveva chiesto il suo trasferimento in unʼaltra casa circondariale

Atto dimostrativo, nel carcere di Poggioreale, di Raimondo Caputo, l'uomo accusato dell'uccisione della piccola Fortuna Loffredo morta il 24 giugno del 2014 a Caivano (Napoli).

Durante i colloqui, l'uomo ha ingoiato una lametta da barba. Le condizioni di Caputo non sarebbero gravi. Qualche settimana fa la direzione del carcere aveva chiesto il trasferimento dell'uomo in un altro carcere, richiesta che anche il detenuto ha sollecitato più volte.

Il tentato suicidio della compagna di Caputo - Circa due settimane anche la compagna di Caputo aveva tentato il suicidio. Marianna Fabozzi, detenuta nel carcere di Pozzuoli per aver coperto gli abusi del compagno sulle tre figlie, aveva provato a impiccarsi nella cella. Dietro questo tentativo di suicidio ci possono essere tre cause - aveva spiegato l'avvocato dei nonni e del papà di Fortuna, Angelo Pisani - o è un gesto di autolesionismo, a seguito delle denunce delle figlie; o ha capito che stiamo arrivando alla verità e ha paura che il compagno ceda. C'è poi la terza causa - conclude - vuole confondere ancora più le acque e giocarsi la carta dell'incapacità di intendere e di volere. In tutti i casi abbiamo il dovere di andare avanti e di non fermarci a Caputo e alla sua compagna".