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Napoli, le strazianti lettere a Babbo Natale dei bimbi nelle case accoglienza: "Non voglio giochi, regalami una famiglia"

L'associazione Società per Amore le pubblica per cercare di esaudire anche i desideri materiali: "Abbiamo bisogno di tutti"

bimbi poveri natale
Getty

"Non voglio giochi, vorrei una famiglia", "Mi piacerebbe un telescopio così guardo i miei nonni che sono in cielo", "Vorrei un lavoro per il mio papà": sono alcune delle strazianti lettere scritte dai bimbi che, per diversi motivi, si trovano in case di accoglienza.

Sono state pubblicate dall'associazione Società per Amore che a Napoli segue decine di questi casi. "Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti", scrivono.

"Vorrei un telescopio perché amo le stelle e mi incuriosiscono e anche perché mi sentirei più vicino ai miei nonni che sono in cielo", scrive uno dei tanti bimbi che si trovano in una struttura di accoglienza del Napoletano. Un messaggio emozionante pubblicato sul Mattino di Napoli che raccoglie l'appello lanciato dai volontari dell'associazione Spa, ovvero la Società per Amore.

 

"Vorrei una famiglia" - Tante piccole storie come quella di Giuseppe, otto anni, che da qualche mese vive senza i genitori in una casa famiglia a pochi chilometri da Napoli e che ora chiede una famiglia "normale". O Francesco, dieci anni, che con una incredibile lucidità scrive: "Per colpa di mia madre sono già stato in due comunità. In questa sono da solo mentre nell'altra stavo con lei. Le educatrici mi vogliono bene, anche se dicono che ho la testa dura, e io pure voglio bene a loro. Diciamo che uno dei regali che vorrei è che una coppia mi porti a casa loro e mi aiuti a fare i compiti e mi accompagni al parco giochi quando ho finito di studiare". 

 

Il Natale si avvicina e i bimbi chiedono appunto di poter avere dei momenti di gioia. Che passano anche dai giocattoli: una barbie, una macchinina telecomandata, una playstation. Oppure un "lavoro per il mio papà" o "guarire da una malattia". Le richieste sono tante e tutte toccano il cuore. Anna Di Biase, volontaria tenace e determinata di Società per Amore, raccolgono le richieste di questi bimbi meno fortunati e provano dare loro una speranza. Con la sua associazione organizza feste natalizie e ora lancia un appello affinché le letterine di Giuseppe, Francesco, Angela, Assunta, Antonia e tanti altri siano esaudite.

 

"Ce la faremo anche stavolta - dice al Mattino Anna Di Biase - le richieste sono tante, è vero, ma anche noi siamo parecchi. Sono fiduciosa come sempre: la macchina della solidarietà è già partita e nessun bambino resterà deluso. E' chiaro che chiunque vorrà darci una mano è ben gradito". Decine di letterine sono già state distribuite ad altrettanti benefattori ma non bastano mai. Ecco perché si cerca di allargare la comunicazione affinché la solidarietà, che in Italia non è mai mancata, si estenda a macchia d'olio.

 

"Non spegnete mai il sorriso dei bambini", ha detto Papa Benedetto XVI. Ed è la speranza che Anna Di Biase e tanti altri volontari in tutta Italia hanno. 
 

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