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Napoli, donna uccisa e poi carbonizzata: tre persone in arresto

Maria Migliore, 30 anni, è stata assassinata per un dissidio sullo spaccio di droga. I fermati sono componenti di una stessa famiglia

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Dissidi legati al traffico di sostanze stupefacenti: è questo il movente per l'uccisione di Maria Migliore, di 30 anni, il cui corpo carbonizzato è stato trovato in un'auto incendiata in una strada periferica di Sant'Antimo, in provincia di Napoli. La donna è stata prima uccisa a colpi di pistola. Per il delitto fermate tre persone, tutte appartenenti alla stessa famiglia.

Napoli, donna uccisa e poi carbonizzata: tre persone in arresto

Sono stati i carabinieri ad arrestare nella serata di martedì le tre persone, tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare, ritenute dagli investigatori coinvolte nell'efferato delitto. Si tratta di un uomo, F.R., di 44 anni, della figlia, M.G.R., di 23 anni, e del fidanzato di quest'ultima, G.G., di 21 anni.

I tre, tutti di Sant'Antimo, sono ritenuti, a vario titolo, responsabili di omicidio, incendio e distruzione di cadavere e di violazione della legge sulle armi. Ad aiutare nelle indagini è stato il marito della vittima che si era recato dai carabinieri di Sant'Antimo e di Giugliano in Campania per denunciare la sparizione della donna. La vittima era uscita di casa lunedì sera per recarsi ad un appuntamento e non è mai rientrata.

Secondo gli investigatori, la donna, era andata a casa del 44enne sottoposto a fermo per cercare di risolvere "problemi" legati traffico di droga. Dopo qualche discussione, padre, figlia e vittima, con l'auto di quest'ultima, un Fiat Doblò, si sono recati in una strada periferica del paese, via Toriello Separiello, dove Maria Migliore è stata uccisa con diversi colpi di pistola semiautomatica.

I due - sempre la ricostruzione degli investigatori - hanno poi chiamato il ragazzo di 21 anni, che, con la sua vettura, si è recato sul luogo del delitto. Dopo avere dato fuoco al Doblò, i tre sono tornati nell'abitazione del 44enne dove si sono liberati della pistola e degli abiti sporchi di sangue. Una telefonata al 112 ha segnalato ai carabinieri che in paese c'era un'auto in fiamme. Dopo che i vigili del fuoco hanno spento l'incendio è stato scoperto il cadavere dentro l'auto.

In poche ore i carabinieri hanno ricostruito quello che dovrebbe essere lo scenario e si sono recati nelle abitazioni dei tre che sono stati prima interrogati dal pm e poi fermati con l'accusa di omicidio, incendio e distruzione di cadavere e di violazione della legge sulle armi.