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Malasanità, il chirurgo sotto accusa Potenza, "l'errore fu del primario"

Parla il medico indagato per la morte di una 71enne durante unʼoperazione. "Abbiamo lasciato ammazzare una persona", aveva detto a un collega non sapendo di essere registrato. Ora, al centro di indagini, spiega quel che accadde in sala operatoria

infarto da super-lavoro sala operatoria
-afp

"L'abbiamo ammazzata", diceva Michele Cavone, chirurgo sospeso per la morte di una donna di 71 anni durante un'operazione a Potenza. Le sue parole furono registrate da un collega. Ora spiega: "Sono perseguitato dal rimorso, ma l'errore fu del primario. In reparto c'erano liti tra noi medici. Quello che proposi di fare in sala operatoria, avrebbe potuto salvarla la donna".

"Quello che suggerii, non fu applicato e forse la donna si poteva salvare", ripete il chirurgo a La Repubblica. Quando arrivò il primario, racconta, decise di adottare un'altra tecnica, c'era una emorragia da fermare ma la paziente morì. La donna doveva essere sottoposta a un'operazione per sostituire una valvola cardiaca ma qualcosa andò storto.

Cartelle sospette - "Non posso denunciare nessuno sulla base di un mio parere medico", continua il chirurgo giustificando le sue azioni e il fatto di non aver denunciato il primario. "Nella relazione ha indicato la tecnica suggerita, non quello che abbiamo realizzato in sala operatoria", si difende poi dall'accusa di aver falsificato la cartella clinica.