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L'Aquila, indagata "Grandi rischi"

E' di omicidio colposo l'accusa rivolta dalla procura de L'Aquila ai membri della Commissione Grandi rischi che il 31 marzo 2009, 6 giorni prima del terremoto, in una riunione analizzarono la sequenza di scosse sismiche che da mesi colpiva la città.

Tra gli indagati, 9 persone, ci sarebbero funzionari ai vertici del Dipartimento della Protezione Civile e dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il pm: "Dovevano evacuare la città".

La procura della Repubblica dell'Aquila ha inviato agli indagati l'avviso di conclusione delle indagini. Gli accertamenti sono scattati subito dopo l'esposto di diversi cittadini che hanno chiesto alla Procura di verificare il lavoro della commissione che, nella riunione del 31 marzo, analizzo' la sequenza di scosse sismiche che da mesi colpiva L'Aquila. E' stato lo stesso procuratore della Procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini, a confermare la chiusura delle indagini, senza però rendere noto il numero degli indagati. Ma secondo quanto si è appreso il numero sarebbe di nove persone, tra cui funzionari della Protezione Civile e dell'Ingv.

Pm: "Questo è un lavoro serio"
"Questo è un lavoro serio". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini, nel commentare il nuovo filone di indagine ufficializzato dalla procura con le notifiche dell'avviso di chiusura indagine in atto in queste ore. "Si sono concluse le indagini preliminari di un filone di inchiesta molto importante. In tal modo - ha continuato Rossini - gli indagati possono portare avanti le loro difese con tutto il tempo possibile. Speriamo di arrivare a un risultato conforme a quello che la gente si aspetta".

"Dovevano evacuare la città"
"I responsabili sono persone molto qualificate che avrebbero dovuto dare risposte diverse ai cittadini. Non si tratta di un mancato allarme, l'allarme era già venuto dalle scosse di terremoto. Si tratta del mancato avviso che bisognava andarsene dalle case". Lo ha detto il Procuratore della repubblica de L'Aquila, Alfredo Rossini, commentando la notifica della conclusione delle indagini sulle risultanze della riunione del 31 marzo 2009. "Abbiamo indagato sulla Commissione Grandi Rischi perché - ha detto il procuratore Rossini - ci sono state denunce di persone che hanno subito questa situazione. Ci sono stati decessi e altro e non potevamo non seguire questo filone".

"Atto incomprensibile"
''Davvero non si comprende quale sia l'obiettivo della magistratura aquilana'' nell'ambito dell'inchiesta che ha portato alla notifica della chiusura indagini per i membri della Commissione grandi rischi che il 31 marzo dell'anno scorso si riunirono a L'Aquila. E' quanto afferma il Dipartimento della Protezione Civile sottolineando che ''non puo' infatti che auspicarsi che l'operato della magistratura inquirente non sia diretto, come invece afferma il procuratore capo, 'ad un risultato conforme a ciò che la gente si aspetta''. E questo perché così facendo ''si arriverebbe all'assurdo che la giustizia non persegue l'applicazione delle norme ma gli umori e i desideri di una parte della popolazione, seppur colpita da lutti e sofferenze enormi''.

"Colpito chi si assume responsabilità"
''Chi si assume delle responsabilita',chi mette la faccia dentro i problemi di questo paese'' viene ''immediatamente penalizzato''. All'ennesima inchiesta che chiama in ballo il Dipartimento, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso non ci sta e ribadisce il concetto già espresso mercoledì durante la parata militare del 2 giugno: ''Vogliono destabilizzare e distruggere la Protezione Civile''. ''Facciano pure. Ma - avverte - chi domani si assumerà la responsabilità di decisioni vitali per la popolazione?''.