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01 02 2010, data palindromica

Giorno allʼinsegna della superstizione?

I numeri e le parole palindromiche (o palindrome) sono quelle che si possono leggere in entrambi i sensi.

Il palindromo da sempre ha stimolato l’ingegno di artisti di ogni genere, non da ultimo ovviamente scrittori e poeti. C’è anche chi crede siano portatori di belle notizie e chi, al contrario, crede siano giornatacce. I palindromi nascondono un piccolo enigma.

Chi crede che le date palindrome portino male può sperare che questa giornata passi senza danni e archiviare la preoccupazione fino all’11 febbraio del prossimo anno (11 02 2011) e poi stare tranquillo fino al 02 02 2020. Frasi e numeri che si leggono in entrambi  sensi non stimolano solo gli artisti, sono anche fonte di divertimento per gli amanti dell’enigmistica che ne fa un discreto uso. Il famoso scrittore ed enigmista italiano Stefano Bartezzaghi ha coniato il termine “aibofobia”, parola palindroma che, con ironia, rappresenta la paura delle parole che si leggono in entrambi i sensi (il prefisso “aibo” non ha significato). La superstizione che aleggia attorno alle date palindrome è simile a quella che riguarda i numeri 13 e 17, soprattutto quando cadono di venerdì e, anche questa ha origini confuse che si perdono nella storia. Ai pessimisti rispondono coloro che ritengono le date palindrome tanto rare da essere per forza portatrici di buoni eventi, un po’ come trovare un quadrifoglio in un grande prato.

Padre putativo dei palindromi, almeno secondo una leggenda, è il poeta Sotade, vissuto nel terzo secolo prima di Cristo. Tra le opere legate ai palindromi ne citiamo una le cui origini e il cui significato sono ancora misteriosi. Si tratta del “Quadrato del Sator” in cui appaiono 5 parole palindrome, iscrizione trovata su diversi monumenti in tutta Europa in un lasso di tempo che tocca vari secoli. Il ritrovamento più antico risale al 79 d.C. ed è riemerso durante gli scavi di Pompei. Il mistero di questo quadrato appassiona intere comunità scientifiche.

Al di là del fascino dei palindromi e dei misteri a questi legati, le regole per farne sono semplici, apostrofi e accenti non giocano ruoli particolari e vanno semplicemente ignorati, così come l’uso di lettere maiuscole e punteggiatura. “E’ sera, vai a Varese?”, quale particolarità ha questa frase?

Giuditta Mosca