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Autopsia su Cucchi,lividi sul corpo

Il teste: "Mi disse che fu menato"

Una profonda ferita circolare, aperta, sul polpastrello del pollice della mano sinistra e tante piccole ferite simili tra i capelli, sulle ginocchia, sulla gamba destra che sembrano bruciature di sigaretta.

Sono alcune delle foto del corpo di Stefano Cucchi scattate durante l'autopsia. Sotto il labbro superiore presente un grande livido. "Mi hanno menato questi stronzi", è quanto avrebbe detto Cucchi a un teste, originario del Gambia.

Le foto del volto in primissimo piano, oltre a quei profondi segni blu-rosso-viola intorno agli occhi, mostrano un grande rigonfiamento tra la palbebra sinistra e il sopracciglio e fanno vedere chiaramente l'osso del naso che sembra fratturato ed ecchimosi sulla mascella e sul collo. Lividi, segni rossi e macchie si vedono anche sulle anche, in particolare quella destra. Un corpo praticamente scarnificato, dove sono evidenti almeno tre tatuaggi: uno grande sul braccio sinistra, uno sulla gamba destra ed uno sul fianco destro. Macchie rosastre, lividi ed ecchimosi blu del possibile pestaggio si mischiano a quelle del cosiddetto ''post mortem''.

Trasferiti i tre medici indagati
Sono stati trasferiti i tre medici dell'Ospedale Sandro Pertini coinvolti nelle indagini sulla morte di Stefano Cucchi. Lo ha reso noto Flori Degrassi, direttore generale dell'Asl Roma B, dal quale dipende il reparto penitenziario dell'ospedale romano. I medici trasferiti sono il primario Aldo Fierro, responsabile del reparto penitenziario, e i medici Stefania Corbi e Rosita Caponetti. I tre avevano ricevuto un avviso di garanzia per omicidio colposo, perché accusati di aver omesso le dovute cure sanitarie a Stefano Cucchi.

"Mi hanno menato questi stronzi''
Lo avrebbe detto Stefano Cucchi in una delle confidenze che il testimone 31 anni originario del Gambia, sostiene di aver avuto dal geometra romano il 16 ottobre scorso quando entrambi si trovavano nel tribunale di Roma per la convalida dei loro fermi. La frase è contenuta nella testimonianza resa a verbale ai pubblici ministeri che indagano sul decesso avvenuto il 22 ottobre nell'ospedale Sandro Pertini.

Sabato l'incidente probatorio
Sabato prossimo davanti al gup del Tribunale di Roma, Luigi Fiasconaro, si terrà l'incidente probatorio durante il quale si assumeranno le dichiarazioni del testimone oculare, un senegalese agli arresti domiciliari in una comunità di tossicodipendenti, del pestaggio ai danni del giovane.

Il teste: "Erano tre, non carabinieri"
"Erano in tre a picchiare, ma non carabinieri". E' quanto dichiarato il 3 novembre scorso ai pm romani che indagano sulla morte di Stefano Cucchi dal cittadino del Gambia, S.Y., detenuto per droga in una struttura di assistenza per tossicodipendenti e principale testimone dell'inchiesta. Il verbale di assunzione di informazioni, di 29 pagine, è stato redatto con l'assistenza di un interprete. E proprio alcune difficoltà di traduzione sono state incontrate dagli inquirenti nel corso dell'atto istruttorio tanto da dover far ripetere più volte alcune circostanze relative alla ricostruzione dei fatti. S.Y. è il detenuto che, insieme con Cucchi, il 16 ottobre scorso si trovava in una delle celle di sicurezza del tribunale di Roma per l'udienza di convalida del fermo.

All'inizio del suo colloquio con i pm, il teste - si legge nel verbale - afferma di non ricordare che lui e Cucchi furono ammanettati insieme prima di essere portati a Regina Coeli, poi confonde la data del 16 ottobre con quella del 18, alla fine ricorda di essere stato con Stefano nella stessa cella. "Era magro - afferma - la faccia carina, il cappuccio in testa". Quindi l'extracomunitario parla delle prime parole scambiate con l'italiano: "Lui dire me - traduce l'interprete - se ho droga, io dire 'no, non ce l'ho', e lui dire 'io ce l'ho dentro'". Descrivendo le modalità della presunta aggressione a Cucchi, S.Y. inizialmente afferma: "l'hanno aggredito, gli hanno dato un calcio... carabinieri...". Poi, a domanda se siano stati i militari dell'arma, risponde: "no - traduce l'interprete - gli accompagnatori... quindi sarà la penitenziaria".