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Cucchi,c'è testimone del pestaggio

Avrebbe assistito al fatto in tribunale

Spunta un testimone chiave nella vicenda di Stefano Cucchi.

Ci sarebbe un uomo che ha assistito al pestaggio del giovane nella cella di sicurezza, a Palazzo di giustizia, a Roma, secondo quanto riferiscono alcuni quotidiani. E ci sono anche i primi sei indagati per aggressione contro il giovane, accusati di omicidio preterintenzionale. Cucchi era arrivato sano e con pochi grammi di droga. E' morto dopo una settimana, nell'ospedale Sandro Pertini.

A finire indagati dovrebbero essere carabinieri, agenti di polizia penitenziaria e detenuti. Sei persone che si sarebbero trovate in contatto con Stefano Cucchi nelle camere di sicurezza del Tribunale di Roma, proprio in quel lasso di tempo e spazio dove sarebbe stato isolato l'attimo dell'aggressione: dopo l'udienza che aveva deciso di lasciare in carcere Stefano e prima del suo trasferimento in cella. Tra gli indagati per ora non comparirebbero medici.

Ma i magistrati vogliono fare luce anche su ipotetiche percosse precedenti l'arrivo in tribunale del giovane e a tale scopo sono stati interrogati i carabinieri, che rischiano di essere indagati. Infatti gli avvocati della famiglia Cucchi hanno dichiarato che Stefano arrivò in tribunale con il volto già segnato.

E intanto sta per approdare online tutta la documentazione clinica relativa alla vicenda del geometra. Una serie di documenti dai quali si ricava che Stefano "non collaborava" con il personale sanitario e rifiutava i trattamenti.

Per fare un po' di chiarezza sull'accaduto, la salma di Cucchi sarà probabilmente riesumata per consentire il completamento degli esami disposti. Sul cadavere del giovane è già stata fatta l'autopsia. E dai primi risultati degli esami clinici e della documentazione autoptica compiuti dai medici legali incaricati dalla Procura, sembra che le lesioni riscontrate sul detenuto siano compatibili sia con un evento accidentale, come potrebbe essere una caduta, sia con le percosse.

Al momento dunque non sarebbero coinvolti nelle indagini dei pm Vincenzo Barba e Francesca Loy i medici dell'ospedale, nei confronti dei quali, se emergessero responsabilità a livello di negligenze, si procederebbe per omicidio colposo. Per i legali della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo e Dario Piccioni "si tratta di uno sviluppo particolarmente significativo e rilevante della delicata indagine in corso".

La documentazione clinica è stata pubblicata intanto sui siti abuondiritto.it, italiarazzismo.it e innocentievasioni.net: dal referto del medico del 118 delle 5,30 del 16 ottobre, fino ai diari sanitari del reparto detentivo del Pertini e al certificato di morte del 22 ottobre. Dalla relazione fatta il 21 ottobre scorso dall'ospedale Sandro Pertini emerge che Cucchi presentava "condizioni generali molto scadute" e aveva "un atteggiamento oppositivo, per nulla collaborante e di fatto rifiuta ogni indagine anche non invasiva". Nella relazione si legge, inoltre, che Cucchi "ha affermato di rifiutare anche di alimentarsi, accettando di bere liquidi e assumere la terapia orale, finchè non parlerà con il suo avvocato".

Dalla documentazione "emerge come una moltitudine di operatori della polizia giudiziaria, del personale amministrativo e delle strutture sanitarie, abbiano assistito, inerti quando non complici, al declino fisico di Stefano Cucchi e fino alla morte", spiega il presidente di "A Buon Diritto", Luigi Manconi.