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Morte Cucchi, primi indagati

Accusa è di omicidio preterintenzionale

Primi indagati per la morte di Stefano Cucchi.

I provvedimenti riguardano carabinieri, polizia penitenziaria e compagni di cella che dovranno rispondere di omicidio preterintenzionale. Nulla trapela, però, sul numero degli indagati né chi siano gli interessati. Non sarebbe coinvolto il personale medico dell'ospedale dove il giovane è deceduto. Intanto i medici legali hanno iniziato le analisi per chiarire le cause della sua morte.

Secondo le fonti, i magistrati che indagano sull'ipotesi di omicidio preterintenzionale fra coloro che hanno arrestato, avuto in custodia e che sono stati a contatto in carcere con hanno iscritto nel registro degli indagati un numero imprecisato di persone. Si attendono invece le iscrizioni nell'ambito del secondo filone di indagine, che riguarda medici e infermieri che hanno avuto in cura il giovane e per cui i magistrati ipotizzano l'omicidio colposo.

Cucchi è morto lo scorso 22 ottobre per "presunta morte naturale" all'ospedale Sandro Pertini di Roma, dove era arrivato in barella cinque giorni prima con una serie di ecchimosi e lesioni vertebrali, dopo essere stato arrestato il 15 ottobre perché trovato in possesso di alcuni grammi di hashish e processato per direttissima. Dopo il ricovero, i familiari non sono più riusciti a vedere il giovane né ad avere informazioni sulle sue condizioni, finché non hanno ricevuto la notizia della morte.

Mentre si attendono gli esiti dell'autopsia, sembra che con tutta probabilità la salma del giovane sarà riesumata. La richiesta sarà avanzata presto dal difensore della famiglia, l'avvocato Fabio Anselmo. La riesumazione non dovrebbe trovare l'opposizione dei medici legali nominati dai pm ("Così potremo fare la tac e le lastre", né dagli stessi procuratori romani, Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy, che dovranno disporla ("se serve per chiarire dubbi e perplessità daremo il via libera senza problemi").