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"Morto da solo",famiglia vuole luce

Roma, 31enne arrestato e deceduto

Fermato dai carabinieri nella notte tra il 15 e il 16 ottobre al Parco degli Acquedotti di Roma con addosso venti grammi di droga, la mattina del 22 era già cadavere.

Su quello che è successo nei giorni tra l'arresto e la morte, il buio. Ora la famiglia di Stefano Cucchi, 31enne "morto da solo", chiede chiarezza. E per questo, in una conferenza stampa, ha mostrato le foto del cadavere del congiunto.

La sorella Ilaria si commuove raccontando della trafila attraverso i medici del Palazzo di Giustizia, quelli del carcere di Regina Coeli e dell'ospedale Fatebenefratelli, e la conclusione al "Sandro Pertini" senza che la famiglia potesse visitarlo neanche una volta.

Le foto dell'uomo, malato di epilessia, mostrano il cadavere sul tavolo autoptico. Un corpo dal volto devastato, l'occhio destro rientrato, l'arcata sopraccigliare sinistra gonfia in modo abnorme, la mascella fratturata e la dentatura rovinata. "Immagini drammaticamente eloquenti - commenta il presidente di 'A buon diritto' Luigi Manconi - che danno l'idea del calvario passato da questo corpo".

"L'atto di morte è stato acquisito dal pm - spiegato l'avvocato Fabio Anselmo, lo stesso del caso Aldrovandi - per cui non abbiamo in mano nulla, se non le foto scattate dall'agenzia funebre e un appunto del medico legale. Non sono stati riscontrati traumi lesivi, a quanto appare, che possono averne causato la morte. Si parla di ecchimosi ed escoriazioni e sangue nella vescica, per cui è difficile sapere quando e soprattutto come è morto".

Intanto la politica si è già messa al lavoro: rispondendo a un'interrogazione di Roberto Giachetti (Pd), il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha affermato di aver disposto accertamenti sulla morte di Cucchi, affermando tra l'altro che il medico di Regina Coeli avrebbe "dato atto di quanto riferito dal detenuto, cioè di una caduta accidentale dalle scale". "C'è un' iniziativa in corso, vedremo quale sarà il risultato dell'indagine. Noi naturalmente avvieremo, quando sarà possibile, anche un'inchiesta amministrativa", ha assicurato il capo dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta.

''Mio figlio - ha ribadito da parte sua Giovanni Cucchi - era sotto la tutela dello Stato, e dato che è stato preso in consegna dai carabinieri chiediamo chiarezza anche al ministro della Difesa, Ignazio La Russa". Più dura la sorella Ilaria: "Spero che il ministro Alfano inizierà a interessarsi davvero, perché non mi sembra abbia risposto né abbia detto nulla di nuovo. Ora pretendiamo una risposta chiara, perché mio fratello è morto da solo. E' uscito di casa sano, ce l'hanno restituito cadavere".