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Il Papa a Onna: "Ora case solide"

Benedetto XVI: "Lo dobbiamo ai morti"

Giunto a Onna sotto una pioggia battente, in ritardo proprio a causa del maltempo, Benedetto XVI ha visitato gli sfollati nella tendopoli, accarezzando i bambini.

E a chi ha perso tutto ha sottolineato, nel suo discorso, la propria vicinanza, non solo ideale. Il Papa ha quindi chiesto che ora vengano costruite "case e chiese belle e solide", anche in nome delle persone morte sotto le macerie.

"Il Papa è qui, oggi tra di voi - ha detto Benedetto XVI - per dirvi anche una parola di conforto circa i vostri morti: essi sono vivi in Dio e attendono da voi una testimonianza di coraggio e di speranza".

"Attendono - ha aggiunto - di veder rinascere questa loro terra, che deve tornare ad ornarsi di case e di chiese, belle e solide. E' proprio in nome di questi fratelli e sorelle che ci si deve impegnare nuovamente a vivere facendo ricorso a cio' che non muore e che il terremoto non ha distrutto: l'amore".

"L'amore - ha detto ancora il Papa - rimane anche al di là del guado di questa nostra precaria esistenza terrena, perché l'Amore vero è Dio. Chi ama vince, in Dio, la morte e sa di non perdere coloro che ha amato".

"Nel mio cuore tutte le vittime del sisma"
"Ho nel cuore per tutte le vittime di questa catastrofe: bambini, giovani, adulti, anziani, sia abruzzesi che di altre regioni d'Italia o anche di nazioni diverse".

Commozione alla casa dello studente
Davanti alla casa dello studente, Benedetto XVI ha incontrato un gruppo di ragazzi che alloggiavano nell'edificio distrutto sotto il quale sono morti i loro compagni. E a ognuno dei ragazzi ha tenuto a lungo la mano, conversando privatamente con loro.

Dopo la visita, il Pontefice ha salutato alla Scuola della Guardia di Finanza di Coppito volontari, popolazione e personale impegnato nel soccorso ai terremotati, tra cui Protezione civile e Vigili del Fuoco. "E' stato assai toccante, per me, pregare davanti alla casa dello studente, dove non poche giovani vite sono state stroncate dalla violenza del sisma", ha confidato il Papa.

Dopo quanto accaduto in Abruzzo, la comunità civile deve fare "un serio esame di coscienza, affinché il livello delle responsabilità, in ogni momento, mai venga meno", ha ricordato Benedetto XVI. "A questa condizione - ha poi aggiunto - L'Aquila, anche se ferita, potrà tornare a volare.