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"Il terremoto? E’ imprevedibile"

Morelli: "Impossibile essere precisi"

Un bilancio di decine di morti destinato ad aumentare, circa 50 mila sfollati, centinaia di feriti e di edifici crollati.

Mentre si fanno i conti dei pesanti danni recati dal terremoto in Abruzzo, aumentano anche i dubbi sulla possibilità di prevedere un sisma di questa portata. Ma per Andrea Morelli, sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, non c’è storia: “Il terremoto non è prevedibile”.

Morelli, qualche giorno fa il ricercatore Giampaolo Giuliani aveva preannunciato questa catastrofe, ma è stato tacciato di eccessivo allarmismo. Invece, a quanto pare, aveva ragione…

“Non esattamente perché non è possibile dal punto di vista scientifico prevedere terremoti come questi, che si verificano in un certo modo, in un luogo preciso e con una determinata intensità. Certo, sappiamo quali sono le zone soggette a sisma, le monitoriamo, ma fare una previsione precisa, al momento, è impossibile”.

Eppure Giuliani parlava di un’analisi scientifica, del gas Radon, un gas radioattivo che si sprigiona dal sottosuolo e giunge in superficie…

“Questo dato, quello del Radon, è all’attenzione degli studiosi da tanto tempo. Giuliani tra l’altro aveva previsto che il terremoto ci sarebbe stato qualche giorno fa, non oggi, quindi come vede la previsione non sarebbe stata comunque esatta e avrebbe creato ulteriori disagi”.

In che senso?

“Sono luoghi abitati da centinaia di migliaia di persone, ci sono le fabbriche, una previsione sbagliata significa far evacuare tutti inutilmente aumentando lo stato d’allarme. La precisione sul giorno esatto, ripeto, al momento è impossibile”.

Da Ottobre ad oggi la zona di L’Aquila ha registrato circa 200 scosse. Qualcuno dice che uno sciame sismico di questa portata poteva essere il preludio di un sisma maggiore. E’ così?

“Poteva essere il preludio e poteva non esserlo. Anzi, nella grande maggioranza dei casi, le scosse di un sciame sismico generalmente si assestano. Quanto ai fenomeni che studiamo, come l’emissione di gas Radon o anche il livello delle sorgenti d’acqua che si modifica, per lo più sono cambiamenti che accadono dopo il terremoto, qualcuno cioè nella crosta terrestre è già avvenuto qualcosa”.

 Quindi impossibile difendersi?

“Con gli strumenti che abbiamo, ormai conosciamo la pericolosità delle zone in cui ci si muove. Ci sono territori più soggetti a terremoti, e qui per difenderci si possono costruire strutture antisismiche proprio in proporzione alla pericolosità del luogo esaminato".

Manuela D’Argenio