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Eluana, Beppino: "Foto autorizzate"

"Ma totalmente coperte da riservatezza"

Il padre di Eluana Englaro interviene sulle foto scattate alla figlia negli ultimi giorni di vita.

Le immagini della donna e dei luoghi del suo ricovero ad Udine, scrivono i legali di Beppino, "sono state autorizzate, nell'esercizio della potestà del Tutore per i soli fini della documentazione clinica e per le sole esigenze del trattamento sanitario". "Si tratta - proseguono - di documentazione coperta da stretta garanzia di riservatezza".

"Si tratta dunque di documentazione coperta da stretta garanzia di riservatezza, concernente dati sensibili ai sensi del dlgs.196/2003 ed alla cui diffusione non è ravvisabile alcun pubblico interesse, neanche attinente alla funzione sociale dell'informazione. Qualunque diffusione al pubblico - precisano gli avvocati Vittorio Angiolini e Giuseppe Campeis - di detto materiale fotografico, in qualsiasi forma e da chiunque praticata, deve ritenersi quindi esclusa; a garanzia di ciò, il Sig. Beppino Englaro porrà in essere ogni mezzo di tutela consentito dal diritto vigente".

La precisazione della famiglia Englaro arriva dopo la notizia che sarebbero stati indagate quattro persone dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Udine per la violazione dell'articolo 650 del codice penale in merito a 'Inosservanza dei provvedimenti dell'autorità' sulla morte di Eluana Englaro: gli atti delle indagini dei Carabinieri riguardano proprio alcune foto scattate alla donna durante il suo ricovero alla casa di riposo 'La Quiete' di Udine, in violazione del protocollo sancito dalla Corte d'Appello di Milano.

Dal Piemonte una denuncia per omicidio
Una denuncia per omicidio volontario sul caso di Eluana Englaro è stata presentata alla procura di Udine dal "Comitato verità e vita". L'associazione, che ha sede a Casale Monferrato (Alessandria), precisa che l'iniziativa è "al di fuori di ogni intento polemico e autoreferenziale". "Abbiamo ritenuto doveroso - viene spiegato in una nota - fare appello alla giustizia penale, principale strumento istituzionale di tutela dei diritti inviolabili dell'uomo riconosciuti dalla Costituzione della Repubblica". Il comitato "auspica che la giustizia possa esprimersi con la necessaria serenità e consapevolezza, secondo la lettera e lo spirito della Costituzione e della legislazione vigente".

Settandue gli scatti sotto indagine
Al suo capezzale di Eluana c'erano l'anestesista Amato De Monte, la compagna Cinzia Gori, infermiera volontaria, la giornalista Rai Marinella Chirico, e Armando Englaro, fratello di Beppino. A fotografarli attorno al letto è stato un professionista chiamato apposta: Francesco Bruni, freelance che lavora per Il Piccolo di Trieste. Nel mirino dei carabinieri di Udine, che hanno già sequestrato i 72 fotogrammi, ci sono anche un centinaio di immagini con un solo ritratto: quello di Eluana. Sono state scattate sempre dal fotografo, ma con l'apparecchio di De Monte.

La scheda digitale che le contiene è nelle mani della famiglia, ma gli investigatori hanno chiesto alla Procura di acquisirle, con una perquisizione a casa di De Monte e Beppino. Intanto in quattro sono già sotto indagini, 'gravemente indiziati': tutti i presenti nella stanza, compreso il fotografo, escluso lo zio Armando. L'accusa è di aver violato il protocollo operativo- assistenziale nella parte in cui fa 'divieto ai volontari di rilasciare informazioni ai mass media e di introdurre apparecchi fotografici e telefonini': secondo gli investigatori, l'accordo, parte integrante della sentenza che autorizza Englaro a 'staccare il sondino', sarebbe equivalente a una prescrizione giudiziaria.

Procura non sequestra foto
Non saranno sequestrate le foto scattate a Eluana Englaro nella casa di riposo La Quiete di Udine. Lo ha deciso la Procura di Trieste, che ha anche disposto la restituzione delle immagini al fotogiornalista Francesco Bruni che le aveva consegnate ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Udine, su richiesta dei militari.