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Omicidio Reggiani,chiesto l'appello

Procura Roma vuole ergastolo per Mailat

La procura di Roma vuole l'ergastolo per Romulus Nicolae Mailat, il giovane romeno che, il 30 ottobre del 2007, aggredì all'uscita della stazione di Tor di Quinto la 47enne Giovanna Reggiani, provocandone la morte.

L'immigrato era stato condannato a 29 anni di carcere per omicidio volontario, rapina e violenza sessuale, con la concessione delle attenuanti generiche. Per i pm, l'ambiente degradato in cui Mailat è vissuto non giustifica le attenuanti.

L'azione contro la sentenza della corte d'assise del 29 ottobre è stata mossa dai pm Maria Bice Barborini e Giovanni Ferrara. Per la procura, l'ambiente degradato in cui Mailat è vissuto non puo' costituire una ragione per dare le attenuanti. Si finirebbe in tal modo per giustificare in astratto tutti i crimini commessi da coloro che vivono nei campi nomadi.

Per i pm non si deve dimenticare, che da quello stesso contesto provenivano anche Emilia Neamtu, la supertestimone, e Dorin Obedea che hanno percepito la gravità dei fatti e hanno fornito informazioni contribuendo ad accertare la verità.

I procuratori contestano anche la giovane età (24 anni al momento dei fatti) addotta dalla corte d'assise per risparmiargli l'ergastolo. Ma nell'appello sottolineano la maturità dell'imputato, per le sue esperienze di vita e alla luce anche del fatto che avesse una relazione sentimentale stabile.

L'accusa respinge poi l'impostazione del delitto occasionale. Mailat, secondo la pm Barorini, ha agito in maniera consapevole con una progressione criminale finalizzata all'eliminazione della donna: prima l'ha tramortita con un bastone e successivamente le ha stretto un laccio al collo. Il passo successivo, fermato dall'intervento di Emilia, sarebbe stato quello di far sparire il corpo. 

Secondo i procuratori, la corte si sarebbe contraddetta parlando di vittima inerme in alcuni punti della sentenza e di una sua "fiera resistenza" in altri.

Mentre per la corte lo stato di ubriachezza era stato ritenuto come circostanza attenuante a favore dell'imputato, per i pm, invece, l'ubriachezza abituale dell'immigrato dovrebbe comportare un aumento di pena. Nell'appello viene ricordata poi l'efferatezza e la violenza inaudita con cui ha agito il romeno che, spogliando la Reggiani, ha voluto compiere un ulteriore oltraggio al suo corpo.

I pm Barborini e Ferrara hanno citato anche il comportamento processuale dell'imputato che ha ammesso soltanto la sottrazione della borsa affermando di non aver usato alcuna violenza sulla vittima e non si è fatto scrupolo di accusare una persona innocente. Fatto che, secondo i magistrati, la corte di piazzale Clodio non avrebbe tenuto in sufficiente considerazione.