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"Intimidazioni da ministro"

Caso Eluana, clinica di Udine accusa

La clinica "Città di Udine", che si dice disponibile ad accogliere Eluana Englaro nella fase di distacco dall'alimentazione forzata e condurla così alla morte, lancia dure accuse al ministro Sacconi.

"Abbiamo ricevuto da un ministro della Repubblica intimidazioni (...) arrivando a minacciare la sospensione dell'attività in accreditamento con il Servizio sanitario nazionale" afferma l'amministratore delegato Claudio Riccobon.

''L'Italia è veramente un Paese strano o alla deriva'', ha spiegato Riccobon. ''Una struttura sanitaria, su base volontaria ed in forma gratuita - ha aggiunto - si rende disponibile a dare applicazione ad un decreto di Corte d'Appello, ratificato dalla Corte di Cassazione, ormai inoppugnabile e definitivo, ed un ministro della Repubblica cosa fa? Lancia intimidazioni. Non ci sono parole per commentare un simile fatto - ha spiegato Riccobon -. Credo che un ministro debba comportarsi in maniera diversa, più adeguata al ruolo che gli è stato affidato da un Governo''.

Poi rincara la dose: ''Nel caso di Eluana Englaro la nostra struttura è stata attaccata ingiustamente da tutte le parti''. Riccobon, dopo aver ricordato, nel corso di una conferenza stampa, ''di essere stati paragonati, sotto il tiro di vere e proprie campagne di disinformazione, ai nazisti e ai loro metodi di sterminio'', ha accusato anche le gerarchie cattoliche.

''Gli anatemi delle sfere cattoliche e le minacce del ministro però non toccano più la famiglia Englaro - ha detto - a cui in questi anni è toccato sentirsi dire di tutto, senza pietà alcuna, per una situazione così straziante. Solo la nostra struttura - ha concluso - si è dimostrata sensibile alla tragedia della famiglia Englaro, senza trarne un euro di
guadagno''.