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Maxi blitz antidroga: 20 indagati

Coinvolti criminali ed ex-estremisti

La Procura Distrettuale Antimafia di Venezia ha scoperto un vasto traffico di droga che coinvolgeva vecchi esponenti di Ordine Nuovo, dei Nar e uomini della mala del Brenta e della banda della Comasina di Renato Vallanzasca.

Il sodalizio movimentava ingenti quantitativi di droga nel Nord Italia con modelli organizzativi tipici dei gruppi eversivi. Venti gli indagati per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

I carabinieri del Ros stanno eseguendo, in Veneto, Lombardia, Liguria ed altre regioni italiane, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 20 indagati per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Una trentina di perquisizioni sono in corso a carico di soggetti a piede libero.

Tra gli indagati è poi risultato esserci anche un ex brigatista rosso, residente a Peschiera del Garda (Verona). Tra il materiale sequestrato nella sua abitazione - l'uomo è tra i denunciati a piede libero - vi sono anche vecchi volantini con la stella a cinque punte, che questi conservava nostalgicamente. L'operazione, avviata dai carabinieri nel 2006, aveva già portato nel tempo al sequestro di quasi 10 kg di cocaina e 15 di hascisc. Nelle perquisizioni portate a termine la notte scorsa, sono stati recuperati complessivamente un altro mezzo chilo di cocaina ed un chilo di hascisc, oltre ad una pistola con silenziatore e documenti falsi. L'ossatura dell'organizzazione era costituita, secondo i Ros, da ex ordinovisti ed ex Nar, ma si saldava poi con esponenti di bande malavitose e, in un caso appunto, perfino con le Br. Sono tre gli ex appartenenti ai Nar finiti in manette, mentre altri 7 sono indagati.

Il capo della banda era Angelo Manfrin
Gli arresti nascono da un'indagine avviata nel 2006 dal Ros che avrebbe accertato che al vertice della struttura criminale c'erano esponenti storici di Ordine Nuovo e dei Nar. Tra questi Angelo Manfrin, 64 anni, condannato nel 1990 dalla Corte d'Assise d'Appello di Venezia per associazione per delinquere in concorso con Gilberto Cavallini, Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, e altri complici della banda responsabile, tra l'altro, dell'omicidio dei carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese, uccisi a Padova il 5 febbraio 1981.

Manfrin, che all'epoca aveva realizzato una sofisticata rete logistica di supporto alla latitanza dei terroristi dei Nar, è risultato essere l'organizzatore di un vasto traffico di droga destinata ai mercati veneto, emiliano e lombardo, oltre a coordinatore della rete distributiva con basi a Rovigo, Verona, Padova, Ferrara, Modena e Milano. Secondo quanto emerso dalle indagini, si avvaleva della complicità di Roberto Frigato, anch'egli noto esponente della destra eversiva ordinovista e di noti affiliati alla Banda della Comasina di Vallanzasca (il suo ex braccio destro Antonio Colia) e alla Mala del Brenta (Fiorenzo Trincanato).

Sono stati individuati i circuiti finanziari utilizzati per riciclare il denaro (verso la Svizzera), oltre alla base operativa di Manfrin in un appartamento di Novara. Manfrin, arrestato con addosso 15 mila euro e 8 cellulari, gestiva il traffico direttamente con la famiglia calabrese dei Morabito che si assicuravano la cocaina dal Sudamerica. I carabinieri hanno calcolato un giro di cocaina di 15 chili la settimana. Si sono rivelati particolarmente difficili i pedinamenti perché gli indagati attuavano modelli organizzativi a comparto, tipici delle organizzazioni terroristiche. Usavano infatti il metodo del controllo dei controllori in modo d'essere sicuri di non venire seguiti e si tenevano in contatto ognuno con un telefono dedicato: nessuno chiamava infatti gli altri con lo stesso numero telefonico, che veniva poi spesso cambiato.